Azzolini, Pd spaccato. Serracchiani: scusiamoci. Guerini: No, voto sulle carte

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Luglio 2015 - 20:31 OLTRE 6 MESI FA
Azzolini, Pd spaccato. Serracchiani: scusiamoci. Guerini: No, voto sulle carte

Antonio Azzollini (Foto Ansa)

ROMA – Dopo il no alla richiesta di arresti (domiciliari) per il senatore del Nuovo centrodestra Antonio Azzollini il Pd si spacca. La vicesegretaria del partito Debora Serracchiani dice quello che pensa anche l’opposizione: “Dobbiamo chiedere scusa”. Parole che cozzano con quelle dell’altro vicesegretario del partito, Vincenzo Guerini: “Se anche alcuni senatori del Pd hanno scelto di votare contro l’arresto evidentemente è perché non hanno rilevato dalle carte ragioni sufficienti per dare l’assenso. Ribadisco che trattandosi di scelte che riguardano le persone vanno soprattutto analizzate le carte”.

Che i senatori del Pd avrebbero votato contro la proposta della Giunta per le immunità, favorevole alla richiesta della magistratura di Trani degli arresti domiciliari per l’ex-presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama coinvolto nella vicenda della casa di cura Divina Provvidenza, era evidente almeno da martedì sera, quando il capogruppo al Senato Luigi Zanda aveva inviato una email in cui lasciava “libertà di convincimento”. Il voto segreto, chiesto da Ncd, ha fatto il resto.

Così mercoledì mattina a Palazzo Madama sono stati 189 i no all’arresto, 96 i sì e 17 gli astenuti. Tra i sì ci sarebbe stato anche quello di Serracchiani, se fosse stata in Aula, come ha spiegato lei stessa in un’intervista all’Unità.

“Oggi al Senato avrei votato secondo le indicazioni della Giunta per Immunità, senza impedire l’arresto di Azzollini. La politica abbia il dovere di mantenere la massima trasparenza nei confronti dei cittadini e della giustizia. Temo che si sia persa un’occasione per dare un buon segnale di cambiamento”.

Ma qualcuno l’attacca per averlo detto solo dopo il voto. Come Gianni Cuperlo, secondo il quale “sul caso Azzolini oggi ci siamo fatti del male. L’indicazione di Serracchiani sarebbe stata più utile un attimo prima del voto. Adesso serve un chiarimento nel gruppo Pd al Senato e nel gruppo dirigente del partito”. Stessa tesi per i senatori della minoranza dem, Federico Fornaro, Maria Grazia Gatti e Carlo Pegorer: 

“Risulta stucchevole che questa presa di posizione si materializzi solo a posteriori, mentre sarebbe stata più opportuno e utile al Pd nel suo complesso, un chiaro intervento prima del voto dell’aula. Come era avvenuto in passato, la segreteria nazionale, infatti, avrebbe potuto e dovuto autorevolmente ricordare ai colleghi che occorreva tenere nella debita e giusta considerazione quanto valutato dalla maggioranza della Giunta delle elezioni, fermo restando la libertà di ogni singolo componente del gruppo stesso”.