Berlusconi: “Decadenza è colpo di Stato. Grazia non chiedo, la dia Napolitano”

di Emiliano Condò
Pubblicato il 23 Novembre 2013 - 19:36| Aggiornato il 24 Novembre 2013 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi: "Decadenza è colpo di Stato. La grazia non la chiedo, la dia Napolitano"

Berlusconi: “Decadenza è colpo di Stato. La grazia non la chiedo, la dia Napolitano”

ROMA – La decadenza è un golpe. La grazia non la chiedo, me la conceda Napolitano. E ancora: Mangano è un eroe, aveva ragione Dell’Utri. Silvio Berlusconi va alla guerra: raduna i suoi via e-mail, lancia la manifestazione di piazza per il 27 novembre, giorno per cui è previsto il voto in Senato sulla sua decadenza. Manifestazione letteralmente sotto casa, a Palazzo Grazioli, via del Plebscito. Non esattamente una zona agevole per un corteo, ma è un dettaglio visto il resto.

Perché Berlusconi prepara l’offensiva prima. Anticipa quelli che saranno i toni e i modi di quella manifestazione. Alle parole di Berlusconi si sommano i primi fatti: i senatori di Forza Italia in commissione si stanno astenendo, in Senato, negli emendamenti alla legge di stabilità. In commissione astensione è no: indicazione chiara. Con queste premesse Forza Italia non vota neppure la legge di stabilità.

Ma anche questo, rispetto alle parole di Berlusconi, è un dettaglio. Perché l’ex premier affonda. Parla davanti ai giovani di Forza Italia e ne ha per tutti.

“La decadenza è un golpe” attacca. “Mercoledì 27 ci sarà il voto del Senato per fare fuori il presidente del centrodestra, dopo un periodo di vent’anni di tentativi che non erano andati in porto. Questa operazione si chiama colpo di Stato”.

Quindi a Napolitano. Che deve dare la grazia senza esitare e soprattutto senza richiesta. Perché Berlusconi non si “abbassa” a chiederla per dignità:

“Il presidente della Repubblica non dovrebbe avere un attimo di esitazione a dare, senza che io presenti la richiesta, perché ho la dignità di non chiederla, un provvedimento che cancelli l’ignominia dell’affido ai servizi sociali”. 

Niente grazia e neppure i servizi sociali. Berlusconi rifiuta  quella che considera un’umiliazione

“Che un cittadino che si è sempre comportato con grandissimo rispetto nei confronti di chiunque, venga affidato agli assistenti sociali perché possa riabilitarsi credo non sia solo un’umiliazione per lui, per me, ma anche per il Paese, una cosa ridicola e inaccettabile”.

Infine Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore morto in carcere dopo una condanna per mafia. L’eroe Mangano:

“Credo che Marcello abbia detto bene quando ha definito Mangano un eroe”.

Qualche ora prima era uscita una intervista di Berlusconi al Mattino di Napoli in cui annunciava di avere un “colpo segreto” per battere Matteo Renzi.