Berlusconi: Magistratura Democratica come le Brigate Rosse

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Novembre 2013 - 16:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ore 16.40, Silvio Berlusconi sale sul palco improvvisato in via del Plebiscito, sotto la sua casa romana a Palazzo Grazioli.

Ai militanti di Forza Italia il decadendo senatore dice:

“Il Senato di sinistra, con il suo potere, ha ordinato al tempo di fare freddo. Noi siamo qui in un giorno amaro, un giorno di lutto per la democrazia. Abbiamo già passato, nella storia del nostro Paese, un periodo difficile come questo. Vi ricordate benissimo che nel 1994, la magistratura di estrema sinistra, che si è data come missione la via giudiziaria al socialismo contro il capitalismo borghese. Ma la democrazia è garantita soltanto quando al potere c’è la sinistra. Se il popolo non è riuscito a darsi la democrazia, perché non ha mandato la sinistra al potere, è compito della magistratura far sì che la sinistra possa tornare al potere per dare al popolo una vera democrazia. Queste non sono parole mie, sono documenti di Magistratura democratica, che persino l’Unità nel 1978 accusò di aver imbracciato le idee estremiste delle Brigate Rosse.

Nel 1992-93, approfittando dell’abolizione dell’articolo 63 che dava l’immunità ai parlamentari, la magistratura sgombrò il campo dai cinque partiti democratici che nel bene o nel male ci hanno governato da 50 anni.
Credevano in questo modo di aver aperto la strada del potere alla sinistra. Ma sapete cosa è successo? Siamo scesi in campo noi. Noi che siamo oggi in piazza per una manifestazione legittima e pacifica, perché noi non viviamo nell’odio e nell’invidia come loro. Quando andammo al governo nel 1994 si scatenarono. Fecero cadere il mio governo dopo sette mesi…

Dal ’94 a oggi “sono 57 i processi che mi hanno gettato addosso. In nessun paese civile e democratico è mai successo nella storia un leader che abbia dovuto subire una simile persecuzione”.

La sentenza sul processo Mediaset “è basata solo su teoremi e congetture. Una sentenza che grida vendetta davanti a Dio e agli uomini”.

“Presenteremo la richiesta di revisione del processo alla Corte d’appello di Brescia e sono assolutamente sicuro che capovolgeranno la sentenza con una mia assoluzione piena. E allora, questi signori, cosa faranno? Mi faranno tornare in Parlamento? Mi risarciranno? La risposta non c’è”.

“Per portarmi al voto che si sta consumando ora” al Senato “hanno calpestato la legge”.

“Oggi brindano perché sono riusciti a portare un nemico davanti al loro plotone di esecuzione, e sono euforici, perché è un golpe che aspettavano da vent’anni“. “Brindano ma non hanno vinto definitivamente la partita”.

“Non mi ritiro. Non disperatevi se io sarò fuori dal Parlamento. Io sono qui e sto in campo. Anche da non parlamentare si può continuare a fare le battaglie. Non preoccupatevi: perché un leader può essere tale anche stando fuori dal Parlamento. Farò come Renzi e Grillo“.

“Dirò a tutti i nostri parlamentari, altri se ne sono andati… (giù fischi della folla) …Accetto questa interruzione ruvida ma efficace. Ma noi siamo rimasti qui, siamo rimasti dalla parte giusta. Siamo sicuri che non tradiremo mai i nostri elettori”.

Dal palco di via del Plebiscito Berlusconi rivolge un appello al “voto utile”. “Dobbiamo convincere i moderati ad imparare a votare, non devono frazionare il voto, devono votare solo per Forza Italia. Solo con una maggioranza tutta nostra potremo fare le riforme che servono al Paese”. Tra queste, Berlusconi elenca la riforma della Costituzione, più poteri al premier, riforma del Csm e “dare ai cittadini il diritto di scegliere direttamente il presidente della Repubblica“.

“Ci eravamo staccati un po’ dalla gente colpevolmente”, anche per colpa della legge elettorale “senza preferenze”. Ebbene, Berlusconi dal palco esorta a “tornare a parlare con gli elettori”. Per questo “abbiamo messo in campo il progetto di aprire un club ‘Forza Silvio’ in ogni comune, anche quello più piccolo”

“Non dimenticherò mai questa giornata”.