Berlusconi: “Poliziotti violenti con le ragazze di Via Olgettina”. Polizia in rivolta: “La Tunisia è più democratica”

Alessandro Camilli
Pubblicato il 21 Gennaio 2011 - 16:05 OLTRE 6 MESI FA

“Povere ragazze maltrattate, sbeffeggiate, costrette a spogliarsi durante perquisizioni compiute con il più totale disprezzo della dignità della loro persona”. Così, rivolgendosi a tutti gli italiani, Berlusconi aveva narrato le ragazze di Via Olgettina. E chi sono stati i maltrattori, gli sbeffeggiatori, i violatori della dignità secondo il capo del governo? I poliziotti. Visto, sentito e meditato, i poliziotti non hanno ingoiato. Anzi si sono ribellati e chiedono qualcosa di molto simile a pubbliche scuse. La rabbia dei poliziotti è esplosa l’altro ieri (mercoledì ndr), non appena il contenuto del videomessaggio di Berlusconi è passato per le televisioni e rimbalzato sui siti internet. Reazioni durissime che forse, a livello di contenuto, non hanno termine di paragone nella storia d’Italia. Una rivolta nervosa che ha preso la forma ad esempio di una lettera aperta al premier firmata da Lorena La Spina, vice segretario dell’Associazione Funzionari in cui si dicono “umiliati”. E poi il “disagio e imbarazzo” di Nicola Tanzi, segretario del Sap. E la protesta di Claudio Giardullo del Silp Cgil.

E ancora :“Di fronte all’ennesima offesa della dignità di un paese civile, possiamo solo commentare che se l’Italia è ridotta ad uno stato in cui un gruppo di deputati si comporta come una setta delirante che considera il Capo della Polizia un servo, al punto da aspettarsi che calpesti la legge per sottostare al volere del premier, allora è consigliabile espatriare nella Tunisia di queste ultime ore, che è certamente più democratica”, questa la posizione espressa da Franco Maccari del Coisp. Sindacati e associazioni di polizia di destra e di sinistra che non ci stanno a “incassar tacendo” la ricostruzione del premier in cui le ragazze di Via Olgettina sono le “buone” e i poliziotti i “cattivi”.

Ma cosa ha detto di così sconvolgente il Presidente del Consiglio, uomo non certo nuovo a esternazioni diciamo indelicate, nel suo videomessaggio? Ovviamente il tema è il caso Ruby e in particolare le perquisizioni che hanno riguardato le ragazze coinvolte. Berlusconi, nel suo messaggio, ha parlato di uno spiegamento di forze e di uomini imponente: “l’operazione è stata effettuata con uno spiegamento di almeno 150 uomini”. Almeno su questo punto il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha avuto un incontro urgente con il premier la sera stessa del giorno della messa in onda del messaggio incriminato, ha provato a mettere una pezza specificando che non di 150 ma di 50 uomini si è trattato.

Considerando che le perquisizioni effettuate sono state 14, 13 in Lombardia e 1 in Campania, e facendo una rapida operazione matematica, si evince che sono stati impegnati 3, al massimo 4 uomini, per ogni perquisizione, numero che anche ad un occhio profano tutto appare tranne che sconvolgente. Più sconvolgente è la incongrua ricostruzione o ignoranza dei fatti da parte del premier.

Ma la “pezza” messa da Maroni, che si è fatto portavoce presso il Capo del Governo del malumore delle forze di polizia non è stata sufficiente. In primis perché i poliziotti pretendono una smentita, o almeno una correzione di rotta, da parte di Berlusconi stesso e, in secundis, perché il passaggio più ardito, e più contestato, del videomessaggio è un altro. “Le perquisizioni sono state compiute con il più totale disprezzo della dignità della loro persona” definendo la procedura “irrituale e violenta, indegna di uno stato di diritto che non può rimanere senza un’adeguata reazione” ed elencando gli abusi che le ragazze avrebbero subito “maltrattate, sbeffeggiate, costrette a spogliarsi, perquisite corporalmente”.

Ora, più meno a tutti è capitato di essere fermati qualche volta per un controllo, magari in macchina, dalla polizia. A tutti noi è stato poi chiesto di firmare il verbale che ci veniva contestato per confermare che quanto scritto dagli agenti fosse rispondente alla verità. Bene, nei verbali firmati dalle ragazze, non c’è traccia di queste procedure e neanche gli avvocati delle già citate ragazze hanno contestato questi presunti abusi per cui delle due l’una: o gli agenti hanno obbligato con la forza le ragazze a firmare i verbali falsi e i loro avvocati sono così incompetenti e sprovveduti da non tutelare le loro clienti, o Berlusconi mente inventando fatti che non esistono e accusando ingiustamente le forze di polizia di usare metodi che solo nelle peggiori dittature si praticano (e di solito nei confronti degli oppositori politici e non delle amiche del premier).

Questo il nodo della questione e questo il punto che ha fatto infuriare gli agenti che nelle loro dichiarazioni hanno mostrato, senza mezzi termini, tutta la loro rabbia “la rilevanza e la delicatezza delle funzioni che, con sacrificio personale e familiare, ogni giorno siamo chiamati a svolgere, a tutela della sicurezza collettiva ed individuale (per altro anche della Sua), quasi sempre nella totale assenza del dovuto riconoscimento dell’impegno costantemente profuso, dei cui risultati troppo spesso, ingiustificabilmente, ci si appropria” recita il testo di una lettera aperta inviata al premier dal vicesegretario dell’Associazione Funzionari di Polizia che continua “appreso che, nel corso di alcuni dei festeggiamenti privati organizzati a villa San Martino, le giovani intrattenitrici, evidentemente per maggior diletto dei presenti, sarebbero state fatte travestire anche da poliziotte mostra quale sia la considerazione che il Presidente del Consiglio mostra di riservare agli appartenenti alle forze dell’ordine, in particolare se di sesso femminile”.