Berlusconi: processo breve e poi lo scoglio delle mille anime del Pdl

Pubblicato il 13 Aprile 2011 - 00:05 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

ROMA – Chiuso a palazzo Grazioli Silvio Berlusconi segue a distanza le votazioni alla Camera sul processo breve e ai fedelissimi che lo informano sull’andamento dei ‘numeri’ il Cavaliere non nasconde la soddisfazione per la tenuta e la compattezza, in queste ore, del gruppo del Pdl.

Un atteggiamento, quello dei deputati, che lo rasserena dopo giornate di cattivo umore causate dei tanti focolai di polemiche che da tempo tengono banco all’interno del partito. Sul processo breve, che mercoledì riceverà il via libera di Montecitorio, non dovrebbero esserci sorprese visto l’impegno di tutte le ‘correnti’ del partito a rispettare una sorta di tregua interna.

Ma il rebus sulla consistenza della maggioranza ci sarà fino all’ultimo momento. Solo dopo il voto di mercoledì sera il Cavaliere potrà fare il punto sul rilancio del partito e la definizione della squadra di governo. Intanto, c’è ‘l’armistizio’ che con ogni probabilità verrà suggellato nella cena organizzata dai capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, per giovedì sera all’hotel Valadier, a cui sono invitati tutti i ministri pidiellini oltre ai big del partito.

Un invito è stato mandato anche all’ex ministro dello Sviluppo Claudio Scajola che insieme con la pattuglia dei suoi parlamentari è tra i piu’ ‘malpancisti’ sulla gestione del Popolo della libertà. Berlusconi (che era stato informato dell’iniziativa) confida, è la spiegazione dei fedelissimi, che con la cena di giovedì si possa trovare un equilibrio in modo da poter rilanciare l’immagine del partito in vista delle elezioni amministrative.

Ora dobbiamo essere tutti uniti e compatti per superare la prova del voto – va ripetendo il Cavaliere ai suoi – dopo daremo il via ai congressi comunali e provinciali. Una promessa per sedare i malumori di chi nel Pdl chiede che si metta mano alla riorganizzazione del partito. La richiesta fatta dal presidente del Consiglio ai big pidiellini è quella di mettere da parte i mal di pancia in vista della campagna elettorale: l’immagine di un partito lacerato – ha spiegato il presidente del Consiglio a diversi dirigenti Pdl – non aiuta, anzi disorienta il nostro elettorato abituato a vedere la sinistra divisa. In più c’è da aggiungere che alcuni sondaggi nelle mani di parlamentari leghisti darebbero l’alleanza Carroccio-Pdl in calo al Nord, in particolare nella Brianza ma anche a Milano.

E che la situazione non sia tra le più tranquille lo riconosce anche Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro del Cavaliere che senza giri di parole parla di giornate ”incerte, affannose e amare”. A dimostrare poi come la situazione sia tutt’altro che tranquilla è l’affondo di Gianfranco Miccichè contro Ignazio La Russa bollato come ”fascista” e ”arrogante”: ”Non va bene – attacca ancora – a gestire un partito a cui sono iscritto io”.

Inoltre la tregua siglata non impedisce alle varie anime del Pdl di proseguire in incontri e riunioni ‘carbonare’. Oggi è stata la volta dei parlamentari vicini al sindaco di Roma Gianni Alemanno, ma mercoledì è la giornata clou. La sera Claudio Scajola riunira’ chi aderisce alla sua fondazione per una cena, in un altro ristorante si incontrerà la delegazione dei parlamentari che fa capo al ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli.

All’ora di pranzo invece dovrebbero incontrarsi i parlamentari vicini ad Adolfo Urso e Andrea Ronchi. Difficile capire se l’armistizio regga fino alle amministrative, ma soprattutto Berlusconi è consapevole che mettere mano al vertice del partito potrebbe provocare delle fratture molto più profonde. Ai problemi del Pdl il Cavaliere deve sommare i malumori della pattuglia dei Responsabili in attesa di una ‘promozione’ nell’esecutivo che non arriverà nemmeno con il consiglio dei ministri di mercoledì, convocato ancora con i tempi contingentati viste le votazioni alla Camera. La questione è stata al centro di un incontro tra una delegazione ‘Responsabile’ ed il coordinatore del Pdl Denis Verdini. L’attesa per l’ingresso di 4 parlamentari di Ir più 2 fuori quota nella squadra dell’Esecutivo non dovrebbe essere più tanto lunga, l’idea del premier è di procedere a nuove nomine dopo l’approvazione alla Camera del processo breve.