Berlusconi: “Ho detto alla Protezione civile di non andare in Abruzzo”, ma Maroni smentisce

Pubblicato il 8 Giugno 2010 - 13:03 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

“Ho detto alla Protezione Civile di non andare per ora in Abruzzo”. Se la cava così il premier, Silvio Berlusconi, con una frase che ha l’aria della ripicca, per replicare all’accusa di mancato allarme per il rischio terremoto avanzato nei confronti della Protezione Civile da parte della magistratura abruzzese.

“E questo perché – ha chiarito Berlusconi intervenendo alla Federalberghi – potrebbe avvenire che se uno ha qualche familiare che è morto sotto le macerie ed ha una mente fragile magari gli può venire in mente di sparare”.

Parole dure, fin troppo per un capo di governo. Tanto è vero che ore dopo, durante la trasmissione Rai Ballarò, tocca al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, aggiustare il tiro. “Gli uomini della protezione civile ci sono all’Aquila – dice Maroni – ci andranno ancora e ci resteranno se ce ne sara bisogno”.

“Capisco Berlusconi – aggiunge Maroni – però lui ha vissuto personalmente un attentato. Lui ha rischiato la vita in un attentato fatto anche per le cose scritte e dette contro di lui”. Alla domanda di Giovanni Floris se le parole di Berlusconi mirassero effettivamente a far ritirare da parte dei pm l’accusa di omicidio colposo contro gli uomini della protezione civile, Maroni replica: “non credo fosse questa l’intenzione di Berlusconi. La protezione civile ha fatto cose egregie, e sono certo che continuerà a farle. Il rischio paventato da Berlusconi era che se si fanno certe accuse poi c’é qualcuno insano di mente…”.

Dopo l’annuncio del ministro dell’interno sulla permanenza della protezione civile in Abruzzo , il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha commentato: “E’ bene che chi ha da dire parole responsabili le dica. Quelle dette oggi dal premier sono totalmente irresponsabili”.