Bersani: “A Grillo Lenin gli fa un baffo”

Pubblicato il 10 Novembre 2012 - 00:40 OLTRE 6 MESI FA
Pier Luigi Bersani (LaPresse)

MILANO – Stavolta a usare l’immagine del “comunista cattivo” non è Silvio Berlusconi. Al contrario è uno che dal Partito Comunista viene e alla cui scuola politica si è in un certo senso formato. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani per criticare il leader del Movimento a Cinque Stelle spiega che a Beppe Grillo ”Lenin gli fa un baffo”.

Come in altre occasioni il segretario del Pd ha parlato di ”tabernacolo” senza fare direttamente il nome di Beppe Grillo. Dice che ”si candida chi è stato candidato alle comunali ma non è stato eletto e ha già il timbro. Lenin – ha concluso – gli fa un baffo”.

Dal segretario Pd anche una riflessione sul centrodestra. Bersani si dice ”preoccupato del marasma della destra”. ”Credete che vada verso i moderati? Va verso i rabbiosi di qualsiasi genere”, ha detto a un convegno a Palazzo delle Stelline a Milano. ”Berlusconi – ha aggiunto – è lui. Come si fa senza di lui? Sine te nec tecum vivere possum. E’ cosi’ anche per Bossi, per Di Pietro. Solo noi, se Bersani va via, facciamo le primarie”.

In serata, quindi, Bersani ha partecipato a Milano ad una cena elettorale dove circa 1.200 persone hanno versato 15 euro. All’appuntamento è arrivato anche il sindaco Giuliano Pisapia, che era anche al teatro Dal Verme nei giorni scorsi a sentire Matteo Renzi, altro candidato alle primarie del centrosinistra. A dare la propria testimonianza a favore di Bersani in vista delle consultazioni per scegliere il candidato premier è arrivato anche il sindaco di Salerno Vittorio De Luca. Ma sono giunte tante persone comuni e tanti politici, dall’ex ministro Barbara Pollastrini alla ginecologa Alessandra Kustermann, assessori milanesi come Marco Granelli e Lucia De Cesaris.

Bersani ha iniziato il suo intervento dicendo che il Pd è il primo partito. “La Lombardia e Milano ci hanno date belle soddisfazioni – ha aggiunto -. Ringrazio voi e il sindaco Pisapia. Voglio dirgli l’affetto, oltre che la stima, che il partito gli porta”