Bossi: “Per farci i c…i nostri, ci facciamo i nostri magistrati”

Pubblicato il 18 Agosto 2010 - 14:20 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Bossi

I magistrati oggi si fanno “i cazzi loro e noi i cazzi nostri”, mentre un tempo “avevamo un certo feeling”, per questo adesso “i giudici li educhiamo noi”. Umberto Bossi, con i soliti toni non proprio sobri, ha annunciato di voler aprire a Bergamo “la prima scuola leghista di magistratura del Nord”. Un tentativo di svincolarsi dalla magistratura ordinaria.

Il Senatur ha palato a Calalzo, dove è andato per festeggiare il compleanno di Giulio Tremonti e discutere con il ministro dell’Economia e con quello per la Semplificazione Roberto Calderoli alcuni aspetti del federalismo fiscale. Il leader del Carroccio era piuttosto loquace, tanto da aver intrattenuto i giornalisti fino alle quattro del mattino.

Oltre al tema della giustizia, Bossi ha parlato del governo. Il numero uno della Lega ha azzardato una previsione: ”Napolitano non troverà una maggioranza alternativa, alla fine chiamerà me e Berlusconi e dirà: ho trovato questa soluzione e io gli dirò di no, non c’è nessuno così pirla da fare un governo senza i voti”. Infatti, ha ricordato Bossi, ”il governo tecnico è un governo che non è passato attraverso il voto, non si riesce ad uscire da questa crisi facendo un governo tecnico”.

In caso di elezioni, Bossi prevede che ”al Sud vinca Berlusconi, al Nord vinciamo noi della Lega. Se Berlusconi non fa un accordo con Fini, i finiani scompaiono ma è molto difficile che Berlusconi e Fini a questo punto trovino un accordo”. Poi una critica al presidente della Camera, accusato di gestire Futuro e Libertà in maniera verticistica: ”I segretari devono pensare che il partito non è loro, i miei mi sparerebbero, la Lega si muove sulla base di amicizia, bisogna essere meno individualisti”.

Parlando di Tremonti, invece, Bossi dice che ”non accetterebbe mai di fare il presidente del Consiglio” in un governo tecnico. E su Berlusconi aggiunge: ”Berlusconi fagocita chi può fagocitare, a me e alla Lega non ci fagocita”. Per Bossi, inoltre, l’attuale legge elettorale (il cosiddetto Porcellum) ”è adeguata” all’epoca in corso. Su corruzione e politica, Bossi osserva che ”un tempo rubavano per i partiti, adesso rubano ai partiti”.

E del coordinatore del Pdl Denis Verdini dice: ”Si può fare una banca, ma se è piena di irregolarità Bankitalia ha il dovere di bloccarla”. Un capitolo della ”chiaccherata” notturna con i giornalisti ha riguardato l’assetto di alcuni grandi comuni, e in particolare la prossima scadenza elettorale a Bologna. Bossi non ha voluto confermare alcuna ipotesi sul prossimo candidato sindaco leghista, ma al nome di Massimo Ponzellini, attuale presidente della Banca Popolare di Milano pronunciato da un giornalista, ha ribattuto: ”Zitto, se no capiscono”.

Tornando indietro di qualche mese, alle comunali vinte dal centrosinistra con Orsoni a Venezia, Bossi ha ricordato che la Lega non aveva presentato un proprio candidato perché ”si era fatto un accordo con Berlusconi: lui metteva uno dei suoi, a noi è toccata la presidenza della Regione del Veneto”.