Calciopoli, ancora telefonate di Moratti. Coinvolto anche Collina

Pubblicato il 6 Aprile 2010 - 20:07 OLTRE 6 MESI FA

Massimo Moratti

Sull’Inter continuano a piovere telefonate.  I legali di Luciano Moggi, alla sbarra a Napoli con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva, le diffondono alla spicciolata, un mattoncino alla volta. Secondo la difesa dell’ex direttore generale della Juventus di telefonate non considerate o forse mai ascoltate ce ne sono circa 100.000. Quante siano quelle rilevanti, e se ce ne siano, è altra storia.

Le ultime intercettazioni, trasmesse dalla trasmissione di Rai Tre “Replay” riguardano, ancora una volta, il presidente dell’Inter Massimo Moratti e l’allora designatore arbitrale Paolo Bergamo. Ma ce ne sono anche di altre con protagonisti come l’attuale designatore Pierluigi Collina e l’ex dirigente del Milan Leonardo Meani.

Obiettivo di Moggi e dei suoi legali è dimostrare che su Calciopoli non è stato raccontato tutto. Da qui lo stillicidio di chiacchierate “sfuggite” a chi ha curato le indagini sportive: c’è la chiacchierata tra Moratti e Bergamo dopo una partita tra Inter e Sampdoria. Il presidente nerazzurro si dice soddisfatto dell’arbitraggio di Bertini e poco altro. In un’altra conversazione Bergamo tenta di concordare con Meani una griglia per la direzione di una partita. Tra i “papabili”, però, inserisce Trefoloni e Meani gli spiega che non è gradito. Le nuove intercettazioni non risparmiano neppure Collina: l’ex arbitro fa i complimenti all’attivissimo Meani: «Vedo che hai una certa potenza eh, volevo farti i complimenti». L’ex dirigente rossonero non smentisce, anzi è lusingato e risponde: «Hai visto?».

Di certo di telefonate ne usciranno ancora. Sono gli stessi avvocati di Moggi a farlo capire. Dicono che ne hanno ascoltate solo una piccola parte e che il “bello” deve ancora venire.

Tra tutte quelle diffuse fino adesso, però, la telefonata che fa più discutere è quella del 2004: ad un capo del telefono c’è l’allora dirigente dell’Inter Giacinto Facchetti, scomparso nel 2006, all’altro c’è Gennaro Mazzei, collaboratore dei designatori arbitrali. All’orizzonte c’è una partita di quelle incandescenti, Inter-Juventus e Facchetti vorrebbe come arbitro “il numero uno” ovvero Collina.

Mazzei – Sono in macchina che vado a Coverciano..

Facchetti – Sceglili bene per domenica sera eh..

Mazzei – Il n.1 e il n.2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta

Facchetti – Ivaldi e Pisacreta?

Mazzei – Eh sono il n.1 e il n.2

Facchetti – Si certo, e il n.1 degli arbitri..

Mazzei – Eh si, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il n.1..

Facchetti – Non li non devono fare sorteggi, ci devono..

Mazzei – Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna

Facchetti – Ma dai..

Mazzei – Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte.

Sul fronte della giustizia sportiva, intanto, il clima è sostanzialmente di attesa. Il procuratore Stefano Palazzi ha attivato il suo ufficio, aprendo un fascicolo ma non c’è ancora ufficialmente un’inchiesta. In realtà Palazzi si è messo in moto dopo la richiesta di Christian Vieri di revoca dello scudetto assegnato a tavolino all’Inter.

Si tratta di un’altra vicenda quella dell’ex calciatore nerazzurro, ma dopo che la difesa di Luciano Moggi ha portato sotto i riflettori parti inedite delle intercettazioni la procura federale continua a mettere da parte tutto il materiale. Una cartella in cui vengono raccolti soprattutto articoli dei giornali usciti in questi giorni: la Figc attende le decisioni che i giudici di Napoli, dove è in corso il processo penale allo scandalo del pallone, prenderanno nel caso vogliano prendere in considerazione queste intercettazioni su cui fa leva la difesa dell’ex dirigente juventino. La federazione nel processo è parte civile. Se da Napoli dovesse arrivare l’indicazione che il materiale è di utilità al processo, la Figc solo in quel caso potrebbe acquisire nuovi atti se servono per fare maggiore chiarezza.

Le nuove intercettazioni, però, chiamano in causa anche chi, in sede di giustizia sportiva, ha emesso il primo verdetto. Cesare Ruperto, presidente emerito della Corte Costituzionale che, da capo della commissione di Appello federale della Figc sull’argomento, emise la prima durissima sentenza torna sulla decisione di assegnare a tavolino quello scudetto all’Inter. E lo fa non senza polemica: “Andatevi a rileggere la mia sentenza…”. Una sentenza che nel dispositivo recita: “Non assegnazione del titolo”.  Era il 14 luglio 2006, undici giorni dopo arrivarono le sentenze della corte federale, il giorno successivo l’assegnazione del titolo all’Inter da parte di Guido Rossi, dopo avere ascoltato il parere di una commissione di saggi con a capo Gerhard Aigner.

Oggi quello scudetto all’Inter fa discutere più che mai anche se, telefonate alla mano, la missione dei legali di Moggi sembra ancora lungi dall’essere compiuta. Le telefonate, è vero, ci sono e nè Moratti nè Collina fanno una gran figura. Quanto a Meani e Bergamo, certe cattive abitudini, purtroppo, erano note già dalla “prima” Calciopoli. Ma, a conti fatti, da questo fiume di parole di illeciti ne escono pochi e soprattutto esce pochissimo che possa alleggerire la posizione di Big Luciano. Se poi le telefonate dovessero scoperchiare altro marcio questo non trasformerà Moggi in un innocente, anzi. E il calcio, tutto sommato, avrà solo da guadagnare da un’ulteriore passata di pulizia.