Casa An: chi è Renato Ellero, l’avvocato leghista che ‘salva’ Tulliani

Pubblicato il 25 Settembre 2010 - 16:55 OLTRE 6 MESI FA

L’ avvocato Renato Ellero, balzato oggi al centro dell’ attenzione per le sue dichiarazioni sulla ormai famosa casa di Montecarlo, ha fatto parte della Lega Nord fino all’ inizio del 1995, quando al Senato si formò il gruppo della ”Lega Italiana Federalista”, formata da dieci dissidenti con la linea di Umberto Bossi.

Causa della scissione fu la decisione del leader del Carroccio di affossare il primo governo Berlusconi, nel dicembre 1994. Il 28 giugno 1995 Ellero fu eletto all’ unanimità segretario della Lif. Nato a Venezia nel 1944, Ellero e’ sposato e ha due figli. Docente di diritto penale all’ Università di Padova, è avvocato molto noto a Vicenza.

Persone che lo conoscono, dicono che ha una numerosa clientela di ”altissimo profilo” ed escludono che l’ uscita di oggi possa essere riconducibile alla ricerca di pubblicità. Nei mesi precedenti all’ uscita dalla Lega Nord, Ellero fece parte del gruppo di trenta tra deputati e senatori dissidenti, firmatari di una mozione di sfiducia a Bossi. A metà dicembre i dissidenti si riunirono in un hotel di Roma con Roberto Maroni, numero due del partito, e anche all’ epoca ministro dell’ Interno del governo Berlusconi, con l’ intenzione di candidarlo alla segreteria del Carroccio.

Maroni però rimase fedele al suo leader e a meta’ gennaio del 1995 dieci senatori eletti nel Carroccio formarono il nuovo gruppo parlamentare della Lif. Successivamente, alcuni dei ‘dissidenti’ aderirono al partito federalista di Gianfranco Miglio, altri all’ Unione di Centro, altri a Forza Italia. Nel marzo del 1995 fu lo stesso Ellero a far sapere di essere stato convocato dalla Procura di Roma per essere interrogato, come persona informata dei fatti, in merito ad una inchiesta su un presunto finanziamento illecito alla Lega Nord attraverso ”portaborse”.

La Lif si schierò con Silvio Berlusconi. Nel 1996 Ellero partecipò in via dell’Anima, a Roma, ai vertici del Polo, insieme con Fini, Buttiglione, Casini, Mastella e i capigruppo di Forza Italia. Una delle ultime tracce dell’ attivita’ politica di Ellero risale al febbraio 1997 quando la Lif costituì un coordinamento con il Patto Segni e il movimento degli Ambientalisti e Federalisti per puntare – sotto la guida di Mario Segni – alla costituzione ”di una grande forza liberaldemocratioca necessaria per il paese”.

Fin qui, l’iter politico di Ellero. Ma a cercare nella Rete si trovano anche sue dichiarazioni non proprio benevole nei confronti di Silvio Berlusconi. ”Berlusconi è un uomo d’affari: è di quelli che si chiamano squali, lui divora tutto quello che trova. Che sia il potere politico fine a se stesso o a fine economico, lui divora”. Sono dichiarazioni rilasciate un anno fa, poco dopo la sentenza sul caso Mills, dall’avvocato Renato Ellero in un’intervista a La Sberla.net, blog di informazione della provincia di Vicenza curato da Marco Milioni.

Il video è ancora in rete. La prima domanda rivolta a Ellero riguarda la riforma della giustizia e le modifiche del codice penale. ”Questa riforma – risponde Ellero – è un’oscenità giuridica”. Poi Milioni gli chiede un commento sulle dichiarazioni dell’Idv, che a seguito della sentenza Mills, voleva le dimissioni del presidente del Consiglio. ”Credo che Berlusconi – è la risposta – si sia comprato tutte le case di fabbricazione di colle e abbia formato una colla che si attacca sui glutei e una volta che si è attaccata, diventa inestricabile il legame con la poltrona. Io lo conosco, Berlusconi. E pensare che Berlusconi si dimetta, soltanto un pazzo può  pensarlo o uno sciocco. Berlusconi non si dimetterà mai, Berlusconi lo devi cacciar fuori a pedate”.

E piu in là l’avvocato, un tempo nella file della Lega, ricordando la fase del ‘ribaltone’, afferma: ”Berlusconi nel ’94 non si dimise, fu buttato fuori”. Sul sito della Sberla ci sono altri interventi di Ellero. Nel testo di un’intervista del 17 marzo scorso, parlando di riforma elettorale, l’avvocato affermava: ”Si può tranquillamente affermare che l’attuale classe politica ha lo stesso indice di gradimento di quella che ha popolato ‘tangentopoli’ negli anni tra il ’92 e il ’94”