Casini fra Berlusconi e Bersani: “Udc determinante”

Pubblicato il 4 Novembre 2009 - 21:54 OLTRE 6 MESI FA

Pierferdinando Casini

Di prima mattina Pier Ferdinando Casini riceve la chiamata di Silvio Berlusconi che lo avverte di aver posticipato il vertice con Umberto Bossi e Gianfranco Fini per le regionali a dopo l’incontro con il vertice dell’Udc previsto per venerdì. A sera Casini ospita Pier Luigi Bersani al gruppo centrista della Camera per un lungo e “cordiale” colloquio.

E poche stanze più in là la consulta del Pdl sulla giustizia si riunisce con gli esponenti centristi. È la rappresentazione plastica del pressing dai due poli di cui viene fatto oggetto l’Udc in vista delle regionali e anche della determinazione dei centristi a giocare su entrambi i tavoli. Le voci si rincorrono su un possibile accordo con il Pdl e c’é chi azzarda l’idea di un rientro nella compagine governativa.

Ma per i centristi la linea maestra sembra restare immutata: «Gli accordi saranno un’eccezione», dice Casini al termine dell’incontro con Bersani ribadendo la linea del suo partito a non stringere accordi di portata nazionale. «Senza di noi non si combina niente» si sottolinea con soddisfazione in casa Udc.

Del resto dal voto delle regionali, alla riforma della giustizia nei due schieramenti appare comune la consapevolezza che il partito di Casini e Cesa possa risultare determinante in Parlamento per le riforme e per il voto nelle regioni dove i centristi in almeno sette regioni fanno da ago della bilancia.

«Abbiamo fatto una panoramica, con la possibilità di cercare alleanze, ma siamo solo ai preliminari» dice Bersani, che descrive lo stato della trattativa con l’Udc sulle alleanze in vista delle regionali dopo il lungo colloquio con il leader centrista. Per il resto, l’incontro è stato occasione per «uno sguardo di ampio spettro – spiega Bersani – su temi istituzionali e sociali su cui abbiamo avuto spesso convergenza in Parlamento».

«Il dialogo – prosegue Casini – c’è sempre stato e non si é mai interrotto perché noi dialoghiamo sempre e per questo siamo considerati interlocutori scomodi». Casini spiega che con Bersani si è parlato di occupazione e delle questioni sociali «che interessano i cittadini e che vengono prima delle questioni di palazzo».

Toccati anche i temi delle riforme istituzioni e quelli etici «su cui ci sono state divergenze tra noi e il Pd». Quanto alla giustizia i centristi rappresentati da Roberto Rao, Michele Vietti e Mario Tassone dalla consulta sulla giustizia del Pdl ricevono rassicurazioni che nessun colpo di mano ci saràin tema di misure a tutela del premier nelle sue controversie giudiziarie.

Il premier, osserva qualche centrista, ora non può più dare la colpa a noi per le difficoltà in cui versa il Pdl. Del resto é sotto gli occhi di tutti la difficoltà dei rapporti nel Pdl, dal tema delle riforme a quello delle risorse nella finanziaria. Ma per il partito di Casini, che ha scommesso sulla crisi del bipolarismo, ora un’intesa con il centrodestra rappresenterebbe, si osserva «più un problema che un’opportunità».