Rinnovo dei vertici delle Commissioni parlamentari. I finiani ancora decisivi per Berlusconi

Pubblicato il 5 Ottobre 2010 - 11:33 OLTRE 6 MESI FA

Nuove frizioni tra Pdl e finiani alle porte. Il 13 ottobre è fissato il rinnovo per i vertici delle commissioni parlamentari. Ovvero quegli organi permanenti in cui siedono sia maggioranza che opposizione, dove le leggi vengono discusse in via preliminare e poi, nella maggior parte dei casi, inviati all’Aula per l’approvazione. Proprio all’interno di questi organismi, quel cuscinetto “politico” formato da Fli e Mpa potrebbe causare più di un disagio a Pdl e Lega, diventando decisivi per la designazione dei presidenti e per l’approvazione dei vari emendamenti. Il che avrebbe ovviamente una ricaduta su temi anche molto cari al governo, come la Giustizia, il Bilancio, la riforma dell’Università e il cosiddetto “pacchetto vita”, in cui spicca il biotestamento. Insomma, come scrive “La Repubblica”, l’autosufficienza di Pdl e Lega appare garantita solo in due delle quattordici commissioni: Agricoltura e Politiche dell’Unione Europea. Per il resto sarà tutta una battaglia all’ultima poltrona.

Commissione Giustizia. Nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato il ‘bilancio’ tra i poli è di sostanziale parità. Nell’organismo parlamentare di Palazzo Madama presieduto da Filippo Berselli gli esponenti della maggioranza sono 13, cosi’ come quelli dell’opposizione. E questo contando che il presidente voti insieme agli altri senatori del centrodestra. Secondo la prassi, infatti, chi guida una commissione parlamentare dovrebbe evitare di pronunciarsi nel rispetto del principio di neutralita’. Ma sempre piu’ spesso i presidenti votano come tutti gli altri ‘colleghi’ di partito. E se il bilancio in seconda commissione al Senato èdi parità, alla Camera la situazione cambia di poco: 22 esponenti della maggioranza, contro 20 dell’opposizione. Il che significa che difficilmente una riforma che riguarda la giustizia potrà superare l’esame della commissione senza che prima sia stata raggiunta un’intesa tra le varie forze politiche. Cosi’ un ‘si’ in commissione potra’ esserci solo se Pdl e Lega arriveranno ad un accordo con i finiani o con i centristi.

Cultura e Affari sociali. Altro tasto dolente quello della Commissione Cultura, dove si discuteranno le modifiche alla riforma dell’Università. Pdl e Lega possono contare in questo caso su 21 voti più quello di Giuseppe Drago (fuoriuscito dall’Udc). L’opposizione, con Pd, Udc e Idv ne hanno invece 18 più quello di Beppe Giulietti. Fli(2) e Mpa (1) potrebbero pareggiare lo svantaggio.

Commissione Affari Costituzionali. Organismo dove Pdl e Lega hanno bisogno di una maggioranza numerica, perché qui si discuterà una bozza, presentata dal Pd, per riformare la legge elettorale vigente. Ma i numeri non danno garanzie a Berlusconi & Co. Pdl e Lega mettono assieme alla Camera 22 voti a cui si dovrebbe aggiungere quello di Calogero Mannino, fuoriuscito dall’Udc. Quindi siamo a quota 23. Contro, l’opposizione con l’Api arriva a 21. L’ago della bilancia sono i finiani insieme alla variabile Zeller (minoranze linguistiche).

Bilancio e finanziaria. Da qui passano tutte le autorizzazioni di spesa e la Finanziaria che si deve approvare entro novembre. Il presidente uscente alla Camera è Giancarlo Giorgetti della Lega Nord. Il Carroccio con il Pdl raggiunge quota 22, a cui si deve sommare il voto di Bruno Cesario, ex Api. L’opposizione ha 19 voti. E’ chiaro, anche qui, che in cinque voti di Fli e Mpa, saranno fondamentali per far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.

Commissione Affari sociali. Anche qui la situazione è di spaccatura totale: 21 voti per Pdl e Lega e 21 voti per l’opposizione. Il “piano sulla vita” voluto da Silvio Berlusconi, dipenderà da cosa faranno i due esponenti di Futuro e Libertà.