Il comune di Napoli spende un milione e mezzo di euro per rimborsare i suoi consiglieri

di Andrea Pala*
Pubblicato il 29 Ottobre 2010 - 13:16 OLTRE 6 MESI FA

Nel capoluogo partenopeo i consiglieri comunali costano. Il municipio ha infatti sborsato un milione e 650 mila euro di rimborsi. La cifra è relativa al periodo che va dal 2006, anno della rielezione di Rosa Russo Iervolino a sindaco di Napoli, a oggi. La legge prevede che le assenze dal lavoro debbano essere pagate ai datori di lavoro su richiesta degli stessi consiglieri.

Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino

Anche nella prima consiliatura, dal 2001 al 2006, la cifra è stata molto alta. In totale si è arrivati a 2 milioni e 550 mila euro. Secondo alcune stime, a otto mesi dalla fine del secondo mandato del primo cittadino, la quota dei rimborsi potrebbe raggiungere gli stessi valori della consiliatura precedente. È calato però il numero di consiglieri che si sono avvalsi di questo diritto. Se al primo mandato del sindaco sono stati in 31 a chiedere il rimborso, dal 2009 al 2010 solo 11 consiglieri hanno presentato richiesta all’amministrazione.

L’opposizione ha chiesto che si faccia chiarezza su queste spese. «Occorre scongiurare il meccanismo  che spesso – ha detto Ciro Signoriello, vicecapogruppo pdl in Consiglio comunale alla Gazzetta del Mezzogiorno – vede coincidere le assunzioni e la fine del rapporto lavorativo dei consiglieri con l’inizio e la fine di ogni consiliatura. Magari si può immaginare che il rimborso possa avvenire solo in presenza di almeno due anni di lavoro pregresso nell’azienda presso cui il rappresentante istituzionale è in servizio e il problema riguarda anche i consiglieri delle municipalità».

La Procura e l’Inps, già dal 2002, avevano deciso di vederci chiaro sui rimborsi. Si è scoperto infatti che molti eletti risultavano disoccupati al momento dell’elezione per poi venire assunti con stipendi medio-alti. Sembra che in alcuni casi gli eletti siano addirittura diventati dipendenti dell’azienda di cui sono proprietari. Per non destare sospetti avrebbero però intestato la società ad altre persone. «Un altro strumento per controllare il fenomeno – ha proseguito Signoriello – deve essere quello che l’amministrazione erogante i rimborsi intensifichi i controlli sulle aziende e società che ricevono i rimborsi, in particolare sul versamento dei contributi previdenziali. Modifica della norma e intensificazione dei controlli sono necessari per fare chiarezza e trasparenza. Ci sono alcuni consiglieri che hanno lo stesso stipendio di un magistrato e si sa che il rimborso per gli eletti è di 800-1000 euro al mese».

* Scuola di Giornalismo LUISS