Domenico Rossi, sottosegretario si dimette dopo servizio delle Iene: “Insinuazioni infondate”

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Ottobre 2017 - 19:35 OLTRE 6 MESI FA
Domenico Rossi, sottosegretario si dimette dopo servizio delle Iene: "Insinuazioni infondate"

Domenico Rossi, sottosegretario si dimette dopo servizio delle Iene: “Insinuazioni infondate”

ROMA – Si è dimesso il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, finito nella bufera in seguito a un servizio delle Iene che riportava la denuncia di una giovane collaboratrice alla Camera sfruttata da un anno e mezzo senza paga e vittima di avances indesiderate.

L’ex generale Rossi è finito sotto accusa per un incarico di assistente parlamentare al figlio da parte del collega di partito. Nel servizio infatti la ragazza afferma di lavorare gratis per il deputato Mario Caruso, eletto nel 2013 con la Lista Monti e attualmente iscritto al gruppo Democrazia solidale – Centro Democratico. Mentre lo stipendio che spetterebbe a lei andrebbe invece al figlio del sottosegretario Rossi, che in realtà se ne starebbe a casa.

Dopo la messa in onda del servizio, in pochi minuti, le pagine Facebook dei due politici sono state inondate di insulti. Oggi la decisione di Rossi di rimettere le deleghe. Ne ha dato notizia lo stesso sottosegretario sottolineando però che si tratta di “accuse infondate e lesive della mia persona”.

Rossi denuncia che quelle riportate dalla giovane collaboratrice sono “insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione. Mio figlio ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l’assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione”.

“Con questa iniziativa voglio fare chiarezza per evitare che queste informazioni siano strumentalizzate – spiega il sottosegretario – le spese relative ai collaboratori sono rendicontate, e questo basta per dimostrare da chi realmente dipende l’impiegato e viene retribuito. Ho dato mandato a uno studio legale al fine di tutelare l’immagine mia e di mio figlio ed esaminare la possibilità di contestare le accuse che mi sono state rivolte nelle opportune sedi legali”.

“In ogni caso, al fine di non coinvolgere l’Amministrazione che rappresento e per svolgere ogni azione in piena libertà e con maggiore serenità – conclude Rossi – ho deciso di rimettere le deleghe conferitemi dal ministro della Difesa”.