Elezioni anticipate, Napolitano: “La decisione spetta a me”. Verdini: “Me ne frego”

Pubblicato il 3 Dicembre 2010 - 21:29 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente della Repubblica lancia un messaggio chiaro: “Sulle elezioni, se cade il governo decido io”. Il Pdl nella figura del coordinatore nazionale Denis Verdini risponde: “Ce ne freghiamo”.

Succede venerdì 3 dicembre, di sera. Mancano meno di due settimane alla votazione sulla fiducia a Silvio Berlusconi alla Camera. Il terzo polo di Fini e Casini presenta la mozione di sfiducia, corredata da 85 firme e si dice sicuro di avere i numeri per lo sgambetto. Non è una mozione scarna: Fini e Casini vogliono un governo nuovo (per Casini la guida Letta “va benissimo”), e una nuova legge elettorale. La condizione è una, una sola ed inaccettabile: “Berlusconi non deve essere premier”.

Poco dopo Fini, da Mestre, si dice sicuro che “al voto non si andrà”. Uno perché è sconsigliato “con questi chiari di luna”, due perchè “Napolitano sa cosa deve fare”. Sibillino? Per chi deve capire è chiarissimo al punto che il ministro Matteoli sbotta: “Se una cosa del genere la avesse detta Berlusconi avremmo già le note ufficiali di protesta”.

Che, infatti, arrivano, anche se in forma indiretta. “Negli ambienti del Quirinale – scrive un’Ansa delle 20 – si ribadisce che nessuna presa di posizione politica di qualsiasi parte può oscurare il fatto che ci sono prerogative di esclusiva competenza del Presidente della Repubblica”.

Monito che vale per tutti. Ma non per Verdini, che con un sussulto mussoliniano replica: “Me ne frego”.

‘Noi sappiamo che” il Capo dello Stato ha le sue prerogative ”ma ce ne freghiamo, cioè  politicamente riteniamo che non possa accadere questo. Anche i partiti hanno le loro prerogative” risponde Verdini che aggiunge:  ”Il Capo dello Stato, nelle sue prerogative, possa pensare che per risolvere i problemi di questo Paese si mandi a casa chi ha vinto le elezioni, Berlusconi e Bossi, e si mandi al Governo chi le ha perse, Casini e Bersani”.

E in tarda serata, il coordinatore del Pdl in un comunicato spiega che non era sua intenzione mancare di rispetto al Capo dello Stato:  “Non ho mai né pensato, né a maggior ragione detto che noi ce ne freghiamo delle prerogative del capo dello Stato”.

”Ho spiegato – prosegue Denis Verdini – che ce ne ‘freghiamo politicamente’, nel senso che se la Costituzione riconosce al Presidente della Repubblica il diritto di seguire il percorso che ritiene più giusto, altrettanto la Carta suprema riconosce ai partiti, che nello specifico hanno il diritto di chiedere, anche a gran voce, di non escludere da un eventuale governo chi ha stravinto le elezioni”.