Chi sale e chi scende dopo il voto di fiducia: Calearo ministro e Bocchino ‘punito’?

Pubblicato il 15 Dicembre 2010 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA

Massimo Calearo

Chi vince e chi perde il giorno dopo la fiducia?  Berlusconi ha ottenuto ancora una volta il sì delle Camere, anche se di soli 3 voti: vittoria labile quanto si vuole, ma il dato politico è innegabile. Chi ringraziare del risultato? Berlusconi e i suoi hanno per mesi intavolato trattative e non con i gruppi parlamentari, ma con i singoli: fiutando gli incerti, corteggiando gli indecisi, trattando con i tanti che hanno fatto più volte andata e ritorno da Fli.

Strategia vincente, che il Cavaliere infatti ha già promosso per il futuro, la legislatura è ancora lunga. Chi sono gli strateghi? In primis Denis Verdini, coordinatore del partito, per niente appannato dalle inchieste giudiziarie è ora anzi uno degli uomini di punta. E con lui anche Francesco Pionati, ex giornalista del Tg1 ora a capo di Alleanza di Centro, ma anche la giovane deputata Maria Rosaria Rossi, Rocco Crimi e Mario Pepe. Tra gli ex berlusconiani rischia invece Paolo Guzzanti, dopo lo strappo del voto contrario ora sarebbe a rischio la sua collaborazione con il Giornale.

Maria Rosaria Rossi, Pdl

E sul versante opposto, quello dei perdenti, ora è Italo Bocchino a rischiare di vedersi declassato nel suo ruolo di consigliere più ascoltato da Fini. La sua strategia di mediazione non ha tenuto compatto il fronte Fli e la ormai ex Maria Grazia Siliquini giura che in futuro l’emorragia non si fermerà. Anzi. E come verranno ricompensati dal governo i fuoriusciti? Le chiacchiere del Transatlantico riferiscono di un posto da sottosegretario per la Siliquini, uno da ministro per Massimo Calearo, re del trasformismo (eletto col Pd nel 2008, passato all’Api ora entrerebbe nell’esecutivo Berlusconi?). Poltrona in vista anche per Silvano Moffa, colomba finiana che alla fine ha scelto una provvidenziale astensione alla Camera, regalando un punto a Berlusconi. Niente di sicuro e tutti che smentiscono decisi, ma il listino delle ricompense si allungherebbe. Laddove non si può offrire una poltrona, si passa a cifre in denaro. Limare debiti, magari qualche rata di mutuo. Se n’è parlato a lungo nei casi di Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, passati dall’Idv al voto di fiducia.

Senza dimenticare Catia Polidori, ex finiana appena passata al gruppo misto dopo il voto di fiducia: lei smentisce ma c’è chi ricorda la sua parentela con i Polidori fondatori del Cepu, grosso sponsor del Cavaliere.