Fini lancia l’allarme: governo non detti agenda Parlamento

Pubblicato il 12 Gennaio 2010 - 11:51 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

«La legittimazione democratica a governare non è solo un dato iniziale che scaturisce dalle urne ma si rafforza giorno dopo giorno nell’affrontare e nel risolvere i problemi sempre nuovi ed inattesi che si presentano sul terreno concreto dei bisogni della collettività». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, torna a lanciare avvertimenti al governo e lo fa, questa volta, nel corso del suo intervento a una tavola rotonda che si tiene a Montecitorio. Lo rende noto l’Ansa.

«Non dobbiamo dimenticare – aggiunge Fini – che proprio il confronto parlamentare è in grado di dare piena legittimazione democratica alla decisione politica».

«Solo una visione mitologica della democrazia – prosegue il presidente della Camera – può infatti indurre a ritenere la funzione di governo si traduca automaticamente una volta conclusa la competizione elettorale in un’agenda legislativa predefinita e a senso unico in cui il potere esecutivo sopratutto con il ricorso all’uso distorto sotto vari profili della decretazione d’urgenza tende a limitare o peggio a soffocare il libero dibattito sulle grandi decisioni di politica pubblica».

«In un sistema parlamentare come il nostro – aggiunge ancora Fini – il rapporto quotidiano fra governo e Parlamento serve appunto a far valere di fronte ai cittadini, in modo trasparente e motivato, la responsabilità per le decisioni che si prendono durante l’intero arco della legislatura».

«È solo attraverso questo confronto quotidiano – afferma – che le iniziative politiche del governo e della sua maggioranza diventano come richiede la Costituzione “politica nazionale”, cioé quella unitaria sfera deliberativa in cui tutte le forze politiche sono chiamate a concorrere con metodo democratico».

Per il presidente della Camera «va messo in evidenza che questa sfera non solo non contraddice l’esistenza di un programma e di un indirizzo politico di maggioranza alternativi a quelli delle opposizioni, ma costituisce l’indispensabile presupposto perché il confronto possa svolgersi in forme demcoratiche e non si trasformi in mero rapporto di forza fra opposte fazioni in competizione solo per l’esercizio del potere».

«In un Paese come il nostro – afferma Fini – storicamente fin troppo incline alla divisione e alla delegittimazione dell’avversario ed in cui le istanze di coesione ed unificazione nazionale sono state cronicamente deboli continuiamo ad avere bisogno di una autentica “politica nazionale”, soprattuto dopo il tramonto delle grandi ideologie del secolo scorso. E’ la ragione – conclude Fini – per cui il Parlamento deve continuare a essere la principale sede dove attuare questo confronto».