Giovanardi: “I gay se vogliono entrare nell’esercito non devono dire di esserlo”

Pubblicato il 7 Dicembre 2010 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA

“Concordo in pieno con le regole dell’esercito Usa. Non chiedere e non dire che sei gay. Perchè se uno è omosessuale è affare suo, ma se fa apertamente coming out non è più affare suo, la sua omosessualità diventa un manifesto politico”. Lo ha detto il sottosegretario Carlo Giovanardi a KlausCondicio, il programma di Klaus Davi in onda su YouTube.

”Non dico che un omosessuale conclamato sia inadatto all’esercito. Io dico che un omosessuale può essere ed è stato un grande politico, un grande imprenditore, un grande artista, ma questi lo sono stati per la loro intelligenza, non perchè hanno mai proclamato di essere gay. Concordo con l’ordinamento americano – sostiene – perchè credo che anche per un ufficiale italiano che cominciasse a praticare la poligamia o a tenere atteggiamenti non consoni alla divisa che indossa abbia qualche difficoltà a continuare a fare l’ufficiale. Se uno è omosessuale è affare suo, se diventa un militante di un movimento gay non è più un affare suo, diventa un manifesto politico”.

”Un generale – racconta – mi disse: una volta l’omosessualità era severamente proibita, oggi è tollerata; non vorrei che un giorno diventasse obbligatoria”. ”Pur avendo fatto il servizio militare – conclude Giovanardi – non ho mai incontrato un carabiniere o un soldato con tendenze gay”.

”Il ministro della difesa La Russa e il sottosegretario Crosetto hanno detto che i gay possono fare coming out nell’esercito senza problemi, che in Italia non ci sarebbero discriminazioni nelle forze armate e che addirittura si invitano i gay a fare coming out. Giovanardi invece sostiene esattamente il contrario”. E’ quanto afferma il responsabile dei diritti civili e dell’associazionismo dell’Italia dei Valori, Franco Grillini secondo il quale si tratta di un linguaggio ”impensabile” in altri paesi europei.

”Il governo – aggiunge – dovrebbe parlare con una voce sola su questi temi, e l’ultima parola dovrebbe essere del ministro della Difesa al quale chiediamo di confermare gli impegni e le affermazioni fatte, tra l’altro, in diretta televisiva. Di Giovanardi non ci stupiamo affatto essendo antigay per partito preso. Solo in Italia un ministro si può esprimere in questo modo: il linguaggio e l’odio antigay di Giovanardi sono impensabili in ogni altro paese civile europeo”.

Non possiamo che respingere, inoltre, il suggerimento di Giovanardi sul ”non chiedere non dire” perchè si tratta della solita ipocrisia italica che lede la dignità delle persone e non consente di vivere in serenità e coerenza con la propria identità”.