Napolitano, il piano B: se Bersani fallisce un governo super partes

Pubblicato il 20 Marzo 2013 - 11:02| Aggiornato il 24 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Se Bersani non ce la fa, se un suo governo non dovesse avere i numeri in Parlamento, Napolitano è pronto a un piano B. Un governo di scopo, super partes, per mantenere gli impegni con la Ue. E’ l’analisi di Antonella Rampino sulla Stampa nel giorno in cui al Quirinale iniziano le consultazioni; ed è lì che, al termine del giro di orizzonte con le forze politiche, convocherà il presidente del consiglio incaricato. Nella serata di martedì è anche spuntata l’ipotesi, in ambienti parlamentari, di un incarico da affidare ad una personalità istituzionale solo con l’obiettivo di far guadagnare tempo al Pd nel tentativo di trovare una maggioranza parlamentare indispensabile per affidare l’incarico pieno al leader del partito. Interpellate al riguardo, fonti del Colle hanno ribadito quello che viene spiegato da giorni e cioè che il presidente della Repubblica prenderà le sue decisioni solo in base a quanto emergerà dal giro di consultazioni. Niente altro.

Napolitano è consapevole delle difficoltà. Grillo dirà a Napolitano che non ha la minima intenzione di farsi coinvolgere nella formazione del governo: quelli delle cinque stelle sono disponibili a votare i provvedimenti di loro gradimento, volta per volta, e niente di più. Ma Bersani, che dice di avere ”grandissima fiducia” nel capo dello Stato, non si dà per vinto: sull’onda del colpo messo a segno con l’elezione dei nuovi presidenti delle Camere, chiederà comunque a Napolitano di affidargli l’incarico, come leader della coalizione che ha la maggioranza assoluta alla Camera e la maggioranza relativa al Senato. Bersani andrà alle consultazioni con la proposta già votata dalla direzione del pd: spiegherà a Napolitano di voler cercare in Parlamento i consensi delle forze disposte ad appoggiare il suo programma in otto punti. Per riuscirci il leader pd ha intenzione di replicare la mossa usata a Montecitorio e a Palazzo Madama : nomi nuovi e fuori dagli schemi. ”Stiamo facendo girare la ruota”, dice il leader pd tirando una bilancio dell’elezione dei nuovi vertici delle Camere e dei capigruppo del pd.

La strada, come tutti ripetono da giorni, è stretta . Per allargarla un po’ Bersani spera che anche la Lega Nord si faccia convincere a non staccare la spina della legislatura. I contatti ci sono stati, ma Maroni ha deciso di blindare il suo patto con il Pdl: ”Non faremo nulla contro la coalizione”, assicura Maroni. Che però aggiunge, lasciando aperto un minimo spiraglio : ”Come governatore della Lombardia voglio un governo che mi dia risposte”. Difficile, però, che la Lega si faccia convincere da un governo guidato da Bersani con innesti di personalità ben viste dai grillini (Rodotà, Saviano, Settis, tanto per citare i nomi che circolano maggiormente). La linea del centrodestra è un’altra: strappare al pd l’assicurazione che dopo Napolitano il Quirinale andrà a un esponente del centrodestra, e dar vita a un governo di larghe intese, escludendo i grillini. ” Per uscire dalla recessione e ripartire verso lo sviluppo – sostiene Berlusconi – occorrono interventi forti, e soltanto un governo esperto, stabile e autorevole che scaturisca da un accordo tra il Pd e la nostra coalizione può realizzarle. Ma in cambio abbiamo ricevuto solo insulti”.