Legge elettorale, Grillo ci ripensa: “Non si capisce”. Napolitano: “No voto anticipato”

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Giugno 2017 - 19:34 OLTRE 6 MESI FA
Legge elettorale, Grillo ci ripensa: "Non si capisce". Napolitano: "No voto anticipato"

Beppe Grillo (Ansa)

TARANTO – “Ci sono parole che non hanno più senso: democrazia, voto…che cos’è io non lo so più! Stiamo facendo una legge elettorale che non capisce più nessuno, neanche voi riuscite a capire quando dovete mettere otto croci su cinque sei cose che non capite”. A dirlo è Beppe Grillo a Taranto. Il leader M5s si è fermato a parlare con alcuni operai del siderurgico e di fatto ha messo almeno in parte in discussione la legge che i suoi parlamentari stanno approvando.

Grillo però, in parte smentisce quello che ha detto prima scrivendo su Facebook che “sulla legge elettorale che abbiamo votato online con gli iscritti e che i nostri stanno portando avanti stiamo facendo un lavoro certosino, Abbiamo messo la faccia sulla legge elettorale perché non potevamo lasciare che Pd e forza Italia scrivessero le regole del gioco a loro uso e consumo. Noi vogliamo dare al Paese una legge elettorale costituzionale e lo stiamo facendo. Avanti cosi’!”, aggiunge Grillo

E di legge elettorale ed elezioni parla anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “In tutti i paesi democratici europei si vota alla scadenza naturale delle legislature: fare diversamente significa dare il massimo contributo negativo al consolidamento della credibilità politico-istituzionale del paese. Ed è semplicemente abnorme che invece il giuoco e il patto extra-costituzionale sulla data del voto sia quasi diventato un corollario dell’accordo tra partiti sulla nuova legge elettorale (che già sembra destinata a rendere più difficile la governabilità del paese)”.

Giorgio Napolitano osserva: “Cominciamo dunque a rompere il fattore storico e attuale di incertezza politica costituito dalla fragilità e instabilità dei governi dando continuità, in piena autonomia, all’azione del governo in carica anziché metterne in dubbio la sopravvivenza, tuttora garantita da una maggioranza in Parlamento”,.