Ignazio Marino s’assicurava per 5 milioni per danni a Comune

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2015 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA
Ignazio Marino s'assicurava per 5 milioni per danni a Comune

Ignazio Marino s’assicurava per 5 milioni per danni a Comune

ROMA – Appena 24 ore prima di firmare le proprie dimissioni da sindaco, il 7 ottobre Ignazio Marino ha sottoscritto una polizza (1700 euro) per assicurarsi contro il rischio di eventuali danni erariali al Comune di Roma nell’esercizio della sua amministrazione (5 milioni di euro). Quando nel modulo si chiede se è a conoscenza di fatti o circostanze che potrebbero causare richieste danni, barra sicuro la casella del no, nonostante la questione “scontrini”sia deflagrata e lui stesso abbia appena promesso di restituire 20mila euro alla città.

La compagnia assicuratrice cui si rivolge non è una qualsiasi: si tratta della Adir, quella del Comune di Roma, la stessa che Marino voleva chiudere, liquidare entro dicembre (che slitta a giugno 2016), perché considerava i suoi costi non in linea con il mercato.

Altra singolarità: Marino rifiutò di sottoscrivere la polizza per ben tre volte, ogni volta cioè che Adir sottoponeva le polizze ai funzionari. Ancora a settembre lui non c’è nel dossier dei rinnovi “coperture assicurative”. Il 7 ottobre cambia idea. Ma, come rilevato da Ernesto Menicucci del Corriere della Sera, la pratica si incaglia.

La questione viene «congelata», in attesa di capire se Marino rimarrà sindaco. La versione del primo cittadino è un’altra: «Il sindaco — il virgolettato spedito dal suo ufficio stampa — non ha alcuna assicurazione contro eventuali richieste di danni per atti compiuti nel suo ruolo. Il modulo è stato compilato, ma poi il sindaco ha deciso di non dare seguito alla richiesta e non ha predisposto alcuna procedura di pagamento».

Il Corriere fa presente al portavoce di Marino che le cose non stanno proprio così e dopo 40 minuti, sempre dal Campidoglio, arriva via mail la dichiarazione del presidente di Adir Vincenzo Sanasi D’Arpe: «Per una interrotta catena delle informazioni, il cda non era a conoscenza della rinuncia espressa. La polizza è stata discussa solo nel quadro di una più ampia informativa». (Ernesto Menicucci, Corriere della Sera).