Influenza: voglia di vaccino, sete di Tamiflu. Vertice di governo. Virus della paura si combina con quello della confusione.

Pubblicato il 2 Settembre 2009 - 17:20 OLTRE 6 MESI FA

212341_NY132_POOL_THE_GAZETTESi sa che la prenderemo in molti, forse dieci milioni di contagiati. Si sa che uccide pochissimo, forse meno di una normale influenza. Altro non si sa, eppure molto accade. La gente vuole il vaccino, che ancora non c’è e non per ritardi ma perchè, se va bene, è previsto arrivi ad ottobre. La gente cerca di procurarsi gli antivirali, per averli già in casa se e quando serviranno. Ma l’antivirale non è un’aspirina, prenderlo da soli può essere dannoso oltre che inutile. Intanto il governo pensa: non alla chiusura delle scuole, se non caso per caso. Pensa ad organizzare la vaccinazione possibile e a fermare il virus al momento più contagioso: quello della paura in combinazione con quello della confusione.

La paura del contagio cresce e in tutta Italia è corsa al vaccino per combattere il virus dell’influenza A: nelle farmacie diventa sempre più arduo trovare il Tamiflu, il farmaco raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire la malattia.

Le questioni relative alla diffusione del virus sono discusse oggi al Ministero della Salute, dove è stata convocata Unità di crisi sull’influenza A, con i rappresentanti delle Regioni e delle associazioni di pediatri, medici di base e di Pronto Soccorso.

Tra i nodi ancora da sciogliere, la riapertura delle scuole, che nei giorni scorsi ha visto un botta e risposta tra il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, contraria alla chiusura, e l’associazione nazionale dei pediatri, favorevole a rinviare l’inizio dell’anno scolastico. Giuseppe Cosentino, rappresentante del ministero al tavolo dell’Unità di Crisi, ha confermato oggi che le lezioni prenderanno regolarmente il via.

Altro argomento dibattuto sarà quello della definizione delle categorie più a rischio di contagio, definite gruppi “primari” per la vaccinazione. Negli ultimi giorni la ricerca dell’antidoto ha coinvolto sempre più persone, dai carcerati del Lazio, ai conducenti di bus romani, dai tassisti napoletani agli atleti delle nazionali: il Coni ha infatti chiesto che tutti gli azzurri siano vaccinati. Anche i sanitari del Milan hanno detto di essere pronti a immunizzare la squadra, visto che il nuovo acquisto Onyewu è stato recentemente a contatto col suo connazionale Donovan, capitano degli Usa e contagiato dal virus.

Per quanto riguarda invece il piano di prevenzione, dovrebbe partire il 15 novembre: nella prima fase dovrebbero essere vaccinati 8 milioni di italiani, a gennaio 2010 saranno somministrate altre 16 milioni di dosi: saranno le Regioni a distribuire i farmaci ai medici, che li utilizzeranno sui pazienti più bisognosi, secondo quanto emergerà dalle loro cartelle cliniche.

Il problema sarà affrontato anche in sede europea, tanto che il 12 ottobre è in programma a Bruxelles un vertice con i 27 ministri della Salute.

Intanto peggiorano le condizioni dell’uomo di 51 anni ricoverato a Napoli con i sintomi dell’influenza A: alle patologie di cui già l’uomo soffriva, oligofrenia, miocardiopatia dilatativa e diabete, si è aggiunta adesso una broncopolmonite, oltre a un’insufficienza renale. Si tratta del secondo caso accertato in Italia, dopo quello del ragazzo di 24 anni ricoverato a Monza.