Liberalizzazioni in 97 articoli. E la P.a. paga 5,7 miliardi di debiti

Pubblicato il 25 Gennaio 2012 - 00:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 25 GEN – Scatta il decreto per le liberalizzazioni. Il testo firmato dal presidente della Repubblica arriva in Gazzetta ufficiale e contiene anche qualche novita'. La buona notizia e' per le imprese fornitrici della Pubblica amministrazione: il decreto stanzia infatti 5,7 miliardi per il pagamento di enti e ministeri. Le risorse vengono trovate in parte riallocando fondi, in parte consentendo l'emissione, fino a 2 miliardi, di titoli di Stato.

E' questa la principale novita' nel testo finale del decreto per le liberalizzazioni, che contiene anche alcune nuove norme sulla filiera agroalimentare e (ma sono di dettaglio) sulle rendite finanziarie. L'iter del provvedimento partira' dal Senato e per questo il testo circola gia' per le vie brevi tra alcuni senatori.

I 97 articoli confermano in gran parte le indiscrezioni circolate il giorno del varo da parte del Consiglio dei ministri, dalle norme sui taxi a quelle sulle farmacie (con mini ritocchi), da quelle sui notai alla possibilita' di creare Srl da parte di giovani con un solo euro, dal gas alla Rc Auto. La vera novita' e' rappresentata dalle misure per accelerare il pagamento dei crediti commerciali vantati da parte delle imprese nei confronti della amministrazioni statali. L'articolo utilizza tre diverse forme di finanziamento per complessivi 5,7 miliardi. 2,7 miliardi saranno messi a disposizione riutilizzando i fondi speciali derivanti dai residui passivi; 1 miliardo, recuperato riallocando alcune poste contabili, servira' ad estinguere i crediti relativi ai consumi intermedi; 2 miliardi saranno pagati tramite titoli di Stato e l'assegnazione di tali obbligazioni statali non sara' computata nei limiti delle emissioni nette dei titoli di Stato indicata nella legge di bilancio.

Tra le novita' introdotte ci sono due articoli relativi alla filiera agroalimentare, le norme consentono l'attivazione di un volume di investimenti nel settore Food e No-Food quantificabili – spiega la relazione tecnica – in 250-300 milioni di euro, l'intervento – viene spiegato – assume carattere di urgenza in considerazione della fase di crisi economica e dell'esigenza di rilancio degli investimenti che, in particolare, il comparto attende da oltre tre anni. Ma questa norma viene accompagnata anche da una disciplina sulle ''relazioni commerciali in materia di cessioni di prodotti agricoli e agroalimentari'' che servono a limitare pratiche commerciali sleali che, vista la crisi, rischierebbero di ampliarsi nei prossimi mesi.

Tra le altre novita' un articolo prevede l'applicazione della deducibilita' degli interessi passivi per le societa', a prevalente capitale pubblico, che forniscono acqua, energia, teleriscaldamento e servizi di smaltimento e depurazione. Alcune modifiche di dettaglio vengono introdotte anche per la tassazione delle rendite finanziarie con l'aliquota unica prevedendo la soppressione dell'esclusione della tassa del 20% sui redditi di capitale e sui redditi differenti di natura finanziaria (la norma ha valore interpretativo) ma anche l'applicazione dell'aliquota del 12,5% sui pronti contro termine su titoli pubblici emessi da Stati esteri e dell'11% sui fondi pensione Ue (per rispondere ad una procedura di infrazione comunitaria).

Nel testo vengono fissate con dettaglio anche le norme sull'autotrasporto e rispetto all'ultimo testo vengono introdotte alcune novita' che sembrano confermare la volonta' di sterilizzare l'effetto degli aumenti dei carburanti per il settore. La modifica – spiega la relazione tecnica – si e' resa opportuna per equiparare la normativa italiana a quella degli altri Paesi europei ma anche per limitare l'esposizione finanziaria che gli aumenti delle accise comportano in attesa del rimborso, che e' oggi annuale e diventera' trimestrale. Nella relazione tecnica infatti il governo riconosce che ''i recenti aumenti delle accise sul gasolio per autotrazione stanno mettendo a dura prova la tenuta del comparto, che ha gia' dovuto sopportare ulteriori rincari di altre voci di spesa come assicurazioni e manutenzione dei veicoli, in un contesto economico che e' tuttora al di sotto dei livelli antecedenti alla crisi''.