Lodo Alfano, al via l’udienza della Corte Costituzionale. Probabile un rinvio

Pubblicato il 6 Ottobre 2009 - 09:32 OLTRE 6 MESI FA

La Corte Costituzionale si riunisce, a partire dalle 9:30 del 6 ottobre a Roma per pronunciarsi sulla Costituzionalità del Lodo Alfano. Difficile, però, che il verdetto arrivi nella stessa giornata. Oltre al Lodo, infatti, nel corso dell’udienza pubblica  la Corte deve prendere in esame altre 5 casi.

L’attenzione, però, soprattutto dopo la sentenza su un altro lodo discusso, quello Mondadori, è tutta concentrata sul provvedimento a tutela delle prime quattro cariche dello Stato.

Il giudizio, secondo gli ottimisti, potrebbe arrivare entro l’8 ottobre, data in cui alcuni dei magistrati, compreso il presidente Francesco Amirante,  dovranno partire alla volta di Lisbona per un convegno internazionale. Possibile, però, soprattutto in caso di spaccatura, che il pronunciamento scivoli alla settimana successiva.

Nel 2004 la Consulta ha bocciato  il Lodo Schifani che prevedeva una “copertura” per le cinque più alte cariche dello Stato. Il ministro della Giustizia Angiolino Alfano ha lavorato, prima di presentare il suo Lodo, sui punti respinti in passato dalla Corte: temporaneità dell’immunità, possibilità di rinuncia, salvaguardia dei diritti della parte lesa.

Ma il giudizio è tutt’altro che scontato. I rumors, infatti, parlano di una Corte spaccata quasi a metà che finirà per prendere una decisione a maggioranza (8 a 7).

Nell’udienza del 6 ottobre, come prima cosa la Consulta dovrà stabilire se sia ammissibile la costituzione in giudizio della procura di Milano rappresentata dal professor Alessandro Pace. Quindi toccherà ai legali di Berlusconi che, per l’occasione, sfodera un poker composto da Niccolo Ghedini, Piero Longo e Gaetano Pecorella più Glauco Nori dell’Avvocatura che lo difende come presidente del Consiglio.

Lo scenario più probabile, in ogni caso, è che le altre 5 cause all’ordine del giorno vengano rinviate proprio per dare la precedenza al Lodo e permettere la riunione in Camera di Consiglio in tempi brevi.

I giudici, in ogni caso, puntano a far sapere che non si tratterà di una sentenza politica: «Cerchiamo di tenere le polemiche politiche fuori dalla porta – assicurano dalla Consulta – qui il clima è assolutamente sereno e tranquillo. Abbiamo dei parametri giuridici sui quali basarci e la nostra non sarà certo una decisione politica». Serenità invidiabile, quella dei magistrati, visti le dichiarazioni che, in questi ultimi giorni, hanno avvelenato il clima politico.