M5s, Tacconi fuori. Di Maio: “Vuole tenere lo stipendio”. Intanto 9 dimissionari

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Febbraio 2014 - 00:01 OLTRE 6 MESI FA
M5s, Tacconi fuori. Di Maio: "Vuole tenere lo stipendio". Intanto 9 dimissionari

M5s, Tacconi fuori. Di Maio: “Vuole tenere lo stipendio”. Intanto 9 dimissionari

ROMA – “Esco dal gruppo M5S alla Camera e con me ci sono altri 5 deputati”. Alessio Tacconi lo ha dichiarato ai microfoni de La Zanzara su Radio 24. Tacconi si unisce così ai dissidenti dimissionari del Movimento 5 stelle dopo l’espulsione dei 4 senatori e spiega che altri 5 deputati sarebbero pronti a seguirlo.

Luigi De Maio, vicepresidente alla Camera, ha insinuato che la scelta di Tacconi sia legata solo ai soldi: “Sarà che oggi il nostro capogruppo D’Incà gli aveva chiesto conto dei 7000 euro di ‘varie’ non rendicontati e mai restituiti al fondo per le PMI? Meglio perderli che trovarli”.

La scissione interna del Movimento 5 stelle è iniziata e gli ottimisti, come Nicola Morra, che vorrebbero arrestarla sembrano destinati a rimanere delusi. Il voto di espulsione nei confronti di Luis Alberto Orellana, Lorenzo Battista, Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino divide i parlamentari M5s. L’accusa, per i senatori espulsi, quella di aver criticato Beppe Grillo e Casaleggio, leader indiscussi e indiscutibili stando a chi, in assemblea congiunta la sera del 25 febbraio, ha votato contro i 4 dissidenti.

Quel che accade dopo il voto però forse gli altri parlamentari non potevano aspettarselo. I dissidenti anche in assemblea hanno ottenuto consensi e l’appoggio di alcuni colleghi, che ora si dicono pronti a dimettersi per solidarietà agli espulsi. Tra questi la dissidente Monica Casaletto e i senatori Maurizio Romani, Maria Mussini, Chiara De Pietro e Alessandra Bencini.

E non solo tra i senatori, ma anche tra i deputati M5s serpeggia il malumore per una espulsione i cui motivi non da tutti sono stati compresi e condivisi.

Tacconi a La Zanzara ha dichiarato:

“Con questo voto si è dimostrato che non è possibile andare contro il parere di Grillo e Casaleggio. Nel movimento comandano solo loro, di fatto sono il braccio e la mente. Il sistema di voto è in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo per forza fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente, non lasciando spazio a dubbi”.

La replica a Tacconi arriva da Di Maio, che come anche Grillo ha fatto dal blog, giustifica la solidarietà ai dissidenti non come una scelta legata a comportamenti non graditi, ma come pure avidità:

“Il Deputato Alessio Tacconi poco fa ha annunciato che lascerà il gruppo M5S alla Camera. Sarà che oggi il nostro capogruppo D’Incà gli aveva chiesto conto dei 7000 euro di ‘varie’ non rendicontati e mai restituiti al fondo per le PMI? Meglio perderli che trovarli. Andranno ad ingrassare al gruppo misto. Quando qualcuno si dimetterà da Deputato, guadagnerà la mia stima”.

In una situazione di incertezze e dibattiti, l’ottimismo di Morra e di Vincenzo Santangelo sembrano immotivati:

“Stiamo cercando di ricucire, staremo a vedere. Sono ottimista ma se non va ce ne faremo una ragione.

Intanto Orellana annuncia che il numero di dimissionari da 4 passa a 9:

“Siamo in nove ad avere rassegnato le dimissioni e penso che rimarremo in nove”.