La cena dei veleni al matrimonio di Mara Carfagna

Pubblicato il 27 Giugno 2011 - 09:50 OLTRE 6 MESI FA

Mara Carfagna e Marco Mezzaroma sposi

ROMA – Una sfilata di sorrisi, abiti costosi, champagne e mozzarelle di bufala. Ma dietro una cortina pericolosamente sottile una carrellata di veleni, gossip, intercettazioni, malelingue, rotture ricomposte in maniera raffazzonata. Ore 18, tenuta di Torre in Pietra, a Roma fa caldo e la sposa, Mara Carfagna, è emozionata e tesa. Ad attenderla all’altare il fidanzato Marco Mezzaroma, e intorno un selezionatissimo parterre di politici, ministri e amici.

Come non sudare se il tuo testimone è Silvio Berlusconi e solo qualche mese fa minacciavi di uscire dal partito? Se solo una settimana fa le ennesime intercettazioni hanno aggiunto altro veleno? Un matrimonio per celebrare un’unione ma anche per ritrovare uno smalto (tutto politico) offuscato. C’è Stefania Prestigiacomo e le sue telefonate con Luigi Bisignani non sono facili da digerire: del premier la ministra dell’Ambiente ha detto che è “poco intelligente” e che soprattutto “A Mara perdona tutto”. Immaginiamo sorrisi tirati al tavolo del buffet e una tensione che non si scioglie nemmeno davanti ai fritti di ordinanza. L’affaire P4 deve aver scombussolato le diplomazie al lavoro sulla lista degli invitati: pessima idea sarebbe stata far sedere accanto il ministro Gelmini e Fabrizio Cicchitto se secondo le intercettazioni la prima definì il secondo “un deficiente”.

E che dire della tavolata dei governatori: da una parte Stefano Caldoro che in Campania strepita contro Lega e governo sull’emergenza rifiuti, dall’altra Renata Polverini che alle ultime elezioni amministrative nel Lazio si è presentata con una lista tutta sua, in molti casi concorrente di quella Pdl.

Come non ricordare quella frase del giornalista Roberto D’Agostino al solito Bisignani: “Mara Carfagna è sempre più matta, sogna che Berlusconi la impalmi”. E’ solo l’ultima delle difficoltà che hanno accompagnato la storia tra la ministra e il fidanzato costruttore incontrato nel 2008. Quell’anno ci furono delle presunte intercettazioni, mai pubblicate, su incontri osé tra Berlusconi e le sue ministre. Carfagna compresa. Poi solo qualche mese fa divenne pubblica la storia con il deputato Italo Bocchino, con tanto di confessioni e scuse tra il delfino di Fini e la moglie a mezzo stampa. E lei, Mara, costretta a fare un video-comunicato per dire che qualsiasi spiegazione è tenuta a darla solo al compagno, oggi marito. Tanto per rinfrescare la memoria qualcuno ha pensato di far trovare alla sposa all’arrivo in chiesa uno striscione con su scritto: “Auguri Mara, salutaci a Bocchino”, con tanto di colta (e voluta) citazione del dialetto campano che accomuna i due ex amanti.

Diciamo anche che alla sposa non è stato risparmiato niente, cosa che la rende paradossalmente più simpatica, anche a sinistra: nei vari articoli dedicati dalla stampa all’evento non si è tralasciato di ricordare il suo curriculum di showgirl sbarcata all’improvviso in Parlamento. I calendari sexy e la fascia di miss. Lei ha mostrato sempre nervi saldi, dando prova di una certa eleganza anche quando litigò platealmente con l’esuberante Alessandra Mussolini. Finì a insulti (da allora il napoletano “vajassa” è entrato d’ufficio nel lessico politico nazionale), ma lei ne uscì vincente. La rottura minacciata a dicembre ha interrotto bruscamente l’idillio con Berlusconi che pare si fosse parecchio adirato, allora, per il “tradimento” improvviso di quella che molti indicano come la sua preferita. Ancora voci, ma a scanso di equivoci Mara ha preferito rendere evidente la pace ritrovata: Berlusconi testimone di nozze, seduto a cena al tavolo degli sposi.