Marrazzo, autosospensione dopo il trans. Le dichiarazioni dalla sinistra

Pubblicato il 25 Ottobre 2009 - 09:31 OLTRE 6 MESI FA
Piero Marrazzo

Piero Marrazzo

La notizia delle dimissioni del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e delle cause che le hanno determinate, ha scatenato dichiarazioni a sinistra, tra i compagni di partito , il Pd, e i vicino dell’Idv. Blitz quotidiano ne ha raccolto una serie.

Apre su tutti, anche se dovrebbe stare in un girone a parte, MARCO DI LELLO, esponente socialista di Sinistra e Libertà. Le sue sono affermazioni molto pericolose e antimemocratiche, che devono allarmare tutti.

“La vicenda legata al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, al di là degli aspetti imbarazzanti e per certi versi inquietanti che lo hanno come protagonista è, se alcuno ne avesse sentito il bisogno, la plastica dimostrazione della ormai endemica patologia che ha seriamente infettato il nostro sistema mediatico. Va detto con chiarezza che è un’indecenza intollerabile violare la privacy delle persone.Con altrettanta chiarezza va affermato che la libertà e il diritto all’informazione non c’entrano proprio nulla. Qui siamo di fronte all’arbitrio che, per sua stessa natura, rischia di demolire il nostro sistema democratico”. Di qui l’appello: “Occorre applicarsi, tutti e subito, per tornare a rendere l’Italia un paese normale e civile, altrimenti sarà sempre piu” difficile contestare a Berlusconi come attacchi alla libertà di stampa la previsione di sanzioni penali ai giornalisti che rendono pubblici atti giudiziari coperti da segreto”.

Viene poi  non una dichiarazione, ma una notizia dell’agenzia di stampa Ansa, intitolata: “Candidati Pd [i tre alla segreteria del partito] in contatto. Decisioni condivise”:

“Alla vigilia delle primaria, che domani sceglieranno il leader del Pd, il caso Marrazzo scuote i Democratici. Il segretario Dario Franceschini, a quanto si apprende, è in contatto con Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino per valutazioni e affinché ogni decisione sia condivisa al di là della battaglia congressuale”.

Segue un’altra notizia delllo stesso tipo, che dà anch’essa l’idea dell’allarme suscitato nel partito:

 “L’ufficio stampa del Partito democratico, in riferimento alle ricostruzioni comparse sulle agenzie di stampa, informa che il segretario Dario Franceschini é in contatto continuo con Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino e che i tre candidati alla segreteria del Pd hanno concordato che ogni scelta del partito, in riferimento alla vicenda Marrazzo, sarà condivisa fra di loro d’intesa con il partito e il gruppo consiliare regionale”.

E poi sollievo alla notizia delle dimissioni, in una nota del Pd, concordata tra i tre candidati alla segreteria del partito:

“La scelta di Marrazzo di dimettersi, attraverso un breve percorso che garantisca il funzionamento della Regione Lazio, è un atto di responsabilità”.

E ora le dichiarazioni, che non sono in ordine cronologico.

DARIO FRANCESCHINI, segretario uscente.

Fa dire che: “Il segretario del Pd Dario Franceschini, a quanto si apprende, vorrebbe le dimissioni del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo dopo la bufera esplosa per il video con cui quattro carabinieri, poi arrestati, lo avrebbero ricattato.La vicenda ha scioccato il Pd alla vigila delle primarie. In tanti, a quanto si apprende, al vertice del Pd, hanno cercato invano di contattare Marrazzo per capire la situazione”.

PIER LUIGI BERSANI, segretario in pectore.

“Il governatore Marrazzo si è autosospeso ed ha avviato un percorso di dimissioni. Lo abbiamo giudicato tutti un atto di responsabilità. C’é da aggiungere che, al di là degli errori personali, questa è una vicenda che ha degli aspetti anche oscuri che vanno chiariti”.

GOFFREDO BETTINI, della direzione del Pd

“Di Marrazzo ho grande stima politica e con lui in questi anni si è stretta una grande amicizia. Sono ore pesanti. Spero tutto si possa chiarire al più presto. E confido che Marrazzo sappia compiere in queste ore e in piena libertà la scelta migliore. Al Pd in questo momento spetta il compito dell’unità, della solidarietà e del rispetto politico e umano”.

PAOLO FERRERO, segretario di Rifondazione comunista.

“All’uomo Marrazzo la mia solidarietà. Al politico Marrazzo, tanto di cappello, per il senso delle istituzioni mostrato con la sua autosospensione dall’incarico”. ROMA

ANGELO BONELLI, presidente dei Verdi

“Penso che il presidente Marrazzo a questo punto dovrebbe fare un passo indietro, per senso di responsabilità e del dovere pubblico verso la comunità, per difendere l’istituzione che rappresenta e per poter chiarire nel modo migliore e più veloce la vicenda che lo vede coinvolto”. Lo dichiara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli.

ANTONIO DI PIETRO, presidente dell’Idv.

“Sulla questione Marrazzo ci sono alcuni aspetti che vanno chiariti al più presto. Il primo riguarda la posizione dello stesso governatore del Lazio. Marrazzo ha l’obbligo di dirci se è ancora in grado di governare la Regione o se si trova in uno stato di potenziale ricatto che gli impedisce di svolgere quel ruolo. In questo caso, come purtroppo temiamo, è necessario che rassegni subito le dimissioni. Il secondo aspetto riguarda l’umiliazione dell’Arma dei carabinieri che, a causa di alcune mele marce, si ritrova con la divisa sporca. Insomma, è gravissimo constatare che chi avrebbe dovuto combattere la criminalità apparteneva ad un’organizzazione criminale. Per questo e per tenere alto l’onore dell’Arma, chiediamo che i carabinieri coinvolti siano sottoposti ad una pena esemplare. Il terzo aspetto riguarda il sistema di dossieraggio, di veleni e veline che sta inquinando la vita politica italiana. E’ grave che, per sconfiggere l’avversario politico, vengano ordinati e costruiti appositi dossier. E’ un gioco sporco in cui si rischia il massacro, è un’operazione antidemocratica che  azzera il confronto sul piano politico per dar spazio ai dossier. E’ una strategia mafiosa che va subito bloccata”.

MASSIMO DONADI, capogruppo Idv alla Camera.

 “Esprimiamo apprezzamento per il lavoro sin qui svolto da Piero Marrazzo e per la sua scelta, di grande responsabilità politica. Una lezione di stile al centrodestra e a quanti, pur coinvolti in gravi scandali, hanno preferito rimanere aggrappati alla poltrona, compromettendo le istituzioni”.

VASCO ERRANI, presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni.

“La mia solidarietà e la mia vicinanza personale a Piero Marrazzo, vittima di una vicenda dolorosa e grave. La sua stessa dichiarazione di oggi, e la decisione assunta, sono la prova della serietà e del senso delle istituzioni di Marrazzo, sempre dimostrate in questi anni, e che meritano il rispetto e la stima di tutti”.

MASSIMO D’ALEMA, già presidente del Consiglio.

 “I comportamenti privati di un uomo pubblico hanno una rilevanza pubblica ed è un principio che vale per tutti: per il presidente del consiglio dei ministri e per il presidente della giunta regionale del Lazio. Ci vuole rispetto per gli aspetti personali,  ma apprezzo, nello stesso tempo, la sensibilità dell’uomo pubblico che si è reso conto che la sua posizione è diventata insostenibile. Quello di Marrazzo è un gesto di responsabilità. Certo noi siamo più severi. Non confondo le luci rosse con la politica. Forse la vecchia scuola della politica non era così male, quella politica che poi è stata tanto disprezzata in questi anni con l’emergere di queste personalità della società civile, a cominciare dal presidente del consiglio Berlusconi. Non ho l’impressione che i nuovi arrivi abbiano migliorato di molto la politica rispetto al tempo in cui la stessa era fatta dai politici”.

GIUSEPPE GIULIETTI, portavoce di Articolo 21.

“Marrazzo si è autosospeso e ha fatto bene. Alcuni estremisti di destra continuano a mostrare una finta indignazione e usano modi e toni di inaudita violenza. Sarebbero più credibili se chiedessero a tutti ma proprio a tutti coloro che sono coinvolti in casi simili o assai più gravi di imitare Marrazzo. Naturalmente senza eccezione alcuna”.

PAOLO GENTILONI, ex ministro delle Comunicazioni.

“La decisione di farsi da parte presa da Piero Marrazzo è un atto dovuto che merita rispetto da parte di tutti. E’ anche la riprova che chi esercita responsabilità pubbliche di rilievo non può essere vulnerabile ad attacchi e manovre ricattatorie sui suoi comportamenti privati”.

CLAUDIO FAVA, di Sinistra e Libertà

“E’ bene che Marrazzo faccia un passo indietro. Non perché ha pagato un trans, ma perché ha pagato chi lo ricattava. Se passa questo principio, come faremmo a pretendere dai commercianti di Palermo o di Napoli di non pagare il pizzo ai mafiosi?”

BOBO CRAXI, del Partito socialista italiano.

“La brutalità della lotta politica é tale perché, da quindici anni, è stata abrogata la politica. Sono sinceramente dispiaciuto per la vicenda che ha coinvolto l’amico Marrazzo, a cui rivolgo pubbliche parole di solidarietà che, purtroppo, non ho udito dal suo partito”.

ENRICO GASBARRA, deputato Pd, ex presidente della Provincia di Roma.

 “Questa è una vicenda molto amara. Sono sconcertato su come si possano infangare le persone e le famiglie. Di come assurdamente la vittima paghi più dei criminali. Ritengo assurdo il gioco del toto-presidente, me ne sottraggo e comunque ribadisco la mia indisponibilità. In questo momento difficile  il Pd deve rassicurare politicamente i militanti e gli elettori, facendo sentire nel contempo a Piero sincera solidarietà e sostegno politico e umano. Marrazzo ha battuto la destra, ha assicurato la vittoria della coalizione avviando con la sua giunta un ottimo e onesto lavoro per i cittadini del Lazio. Sono certo che presto il presidente saprà chiarire ogni cosa. Questa vicenda rafforza ancora di più la mia amicizia personale con Piero e la sua famiglia”.

NICOLA ZINGARETTI, presidente della Provincia di Roma.

“In questo momento sicuramente difficile, va comunque apprezzata nel Pd la compattezza dimostrata dal gruppo dirigente nazionale e regionale che sta cercando di definire unitariamente la soluzione più equilibrata e giusta. Sono convinto che con la solidità e solidarietà della nostra classe dirigente, il Pd riuscirà ad affrontare nel migliore dei modi questa situazione”.

SANDRA BONSANTI,  di Libertà e Giustizia.

“Non per i suoi gusti o pratiche sessuali, ma perché coinvolto in un brutto affare di ricatti che non ha denunciato alle autorità, riteniamo che il presidente della Regione Lazio debba dimettersi. Al di là di valutazioni di colpe o di giustificazioni, chi ricopre cariche istituzionali ed è incorso in una situazione come quella in cui si trova Piero Marrazzo è bene che le lasci. Un partito serio,  come annuncia di voler essere il Pd, dovrebbe fare questa scelta ad alta voce e all’unanimità. Libertà e Giustizia si augura che Marrazzo riuscirà a dimostrare che le cose sono del tutto diverse, ma stando a quel che si sa a quest’ora, le dimissioni  sono indispensabili”.

VLADIMIR LUXURIA, ex deputato del Prc

“Sarebbe davvero grave se il Pd non ricandidasse Piero Marrazzo alla presidenza della Regione Lazio in base a questi episodi. Vorrebbe dire che è un partito bacchettone, un partito che dà ragione a chi usa il privato per distruggere la gente.  Se poi le indagini dovessero dimostrare che ha pagato un ricatto, allora è diverso perché una persona che riveste un ruolo pubblico, che è presidente, non dovrebbe acconsentire a pagare un riscatto. In questa vicenda bisogna valutare poi l’assurdo comportamento dei quattro carabinieri arrestati per ricatto: Non vorrei che passasse in secondo piano l’elemento più preoccupante: ci sono state delle persone che vestono la divisa dei carabinieri, che quindi dovrebbero servire lo Stato, che invece si sono prestate a questo gioco infame di ricattare.

ROBERTO MORASSUT, segretario Pd del Lazio.

“Credo che a questo punto, le primarie siano la soluzione migliore per individuare il candidato presidente del centrosinistra alle prossime elezioni regionali nel Lazio. Con l’autosospensione di Marrazzo e la scelta di delegare i poteri al vicepresidente Montino, si apre ufficialmente il problema dell’individuazione del candidato Presidente alla Regione Lazio alle prossime elezioni. Penso che abbiamo il dovere di evitare decisioni pasticciate, che arrivino magari alla fine di percorsi poco chiari. A questo punto – conclude Morassut – la scelta migliore é dare la parola ai nostri elettori”.

FELICE BELISARIO, senatore dell’Idv

“L’autosospensione del presidente Marrazzo con un percorso che, a quanto ha dichiarato, porterà alle sue dimissioni, è un gesto che gli fa onore. La vita privata è sacra, ma quando c’è anche una sola possibilità di dover sottostare a un ricatto bisogna assumere decisioni responsabili che attengono alla propria coscienza e al proprio senso di appartenenza alle istituzioni. Noto che Marrazzo lo ha fatto. Berlusconi, per una vicenda analoga, no. Il governatore del Lazio  avrà ora modo di dimostrare, come sostiene, di essere soltanto una vittima in questa vicenda”.

STEFANO PEDICA, senatore e segretario dell’Idv del Lazio.

“Ritengo che la decisione dell’amico Marrazzo di autosospendersi sia saggia e coerente. Spero che possa servire da esempio a tanti politici che dovrebbero avere la medesima coerenza, responsabilità e onestà intellettuale. La vicenda di Marrazzo sarebbe, se fondata, ancora poca cosa rispetto a quanto combinato dal presidente del Consiglio, che anziché governare con la serenità che deve riservare agli affari del Paese, preferisce barricarsi arrampicandosi sugli specchi sempre più scivolosi della menzogna e dell’ambiguità, arrecando ogni danno possibile anche alla credibilità dell’Italia in campo internazionale, pur di continuare a detenere il potere grazie al suo impero televisivo ormai pressoché monopolistico che fa di tutto per mostrarne solo la faccia pulita”.

“Se una presunta questione morale travolge ora Marrazzo  niente salverà per sempre Berlusconi dalla reale immondizia in cui sguazza. Lui lo sa, e per questo ogni giorno serra i ranghi per far capire chi comanda, ma dovrebbe trarre monito, perché si può mentire a una persona, ma non a un intero popolo per sempre”.

RICCARDO NENCINI,  segretario del Psi

“Suggerisco all’amico Piero una posizione risoluta; prenda subito una decisione definitiva. Gli esprimo a nome di tutti i socialisti piena solidarietà per una vicenda che è umanamente molto penosa e naturalmente  non viene meno il giudizio positivo su questi anni alla presidenza della regione Lazio”.

AURELIO MANCUSO, presidente nazionale Arcigay.

“Le conclusioni politiche a cui si è giunti dopo il caso Marrazzo sono frutto di una politica ipocrita in base alla quale ciò che si può fare nel privato non si può vivere nel pubblico. Esprimo solidarietà al governatore del Lazio. E’ inconcepibile il fatto che si debba dimettere perché è andato con una trans”.

“Il centro sinistra quando ha iniziato tutta questa battaglia sulle escort e Berlusconi ha fatto una battaglia sbagliata perché era tutta intrisa di moralismo. Le incursioni nel privato dei politici sono pericolose perché i politici italiani non sono diversi dai politici di tutto il mondo e dalle persone di tutto il mondo. Stupisce che si continui ad usare questo metodo un po’ come bomba a orologeria se ci si mette su questa china non ci si salva e non si salva né la chiesa, né la politica, né l’industria, perché gli uomini hanno, come si sa, da che mondo è mondo, atteggiamenti sessuali differenziati”.

BRUNO TABACCI, deputato dell’Udc.

“L’autosospensione di Piero Marrazzo dalla presidenza della Regione Lazio è una scelta giusta. La privacy degli uomini politici non esiste  e questo vale anche per il caso Berlusconi. Non voglio fare il moralista, ma dico solo che una volta bastava un avviso di garanzia perché un uomo politico venisse messo alla gogna. Adesso cosa deve accadere…? Sono andati avanti per mesi, durante tutta l’estate, a cercare di retrocedere i fatti di Berlusconi a cose private, ma non è così. Qui siamo all’Abc del rapporto tra cittadini e potere, dell’etica pubblica. Il fatto che queste cose facciano scalpore dimostra quanto il nostro Paese sia caduto in basso. Quando gli italiani si accorgeranno che alla fine pagano loro, forse sarà troppo tardi”.