Milleproroghe: per tutto l’anno c’è tempo per i ricorsi dei precari

Pubblicato il 9 Febbraio 2011 - 13:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si riaprono i termini per i ricorsi del lavoro da parte dei precari. ”Per tutto quest’anno non si applicherà la norma del famigerato collegato sul lavoro che fissava al 23 gennaio i nuovi termini per l’impugnazione dei licenziamenti. Finalmente si riesce a salvaguardare in questa legislatura una norma che tutela chi lavora, anziché tagliare quelle che esistono, e questo è certamente un fatto assai positivo”. Così Achille Passoni, senatore del Partito Democratico e membro della Commissione lavoro di Palazzo Madama che annuncia l’ok delle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio all’emendamento presentato al milleproroghe.

”Nel milleproroghe – continua Passoni – è stato finalmente recepito l’emendamento del Pd che sposta alla fine di quest’anno l’applicazione di quella norma che tanta apprensione aveva creato tra i precari che, a contratto scaduto, avevano solo pochi giorni per decidere se ricorrere sull’illegittimità del licenziamento. Migliaia – sottolinea il senatore Passoni – sono stati coloro che, avuto conoscenza dell’esistenza della norma niente affatto pubblicizzata dal governo, hanno aperto vertenze entro la scadenza prevista dall’art. 32 della legge 183 del 2010, ma molti di più saranno coloro che, grazie al nostro emendamento, avranno il tempo per decidere se impugnare un licenziamento ritenuto illegittimo. Non va dimenticato, infatti, che la tipologia precaria del contratto atipico comporta spesso una oggettiva ricattabilità del lavoratore che alla scadenza del contratto stesso spera che, dopo qualche mese, il datore di lavoro glielo rinnovi. Cosa questa che induce a non agire per vedersi stabilizzato il contratto da un giudice, ma di attendere nella speranza di un rinnovo, magari dopo qualche mese”, conclude il senatore Pd.

“Un risultato molto positivo e molto importante, frutto della caparbia mobilitazione di questi due anni contro le norme sbagliate del collegato lavoro”. E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni.  Il dirigente sindacale ricorda: ”Avevamo chiesto in tutti i passaggi parlamentari l’abolizione della retroattivita’ o perlomeno la sua non applicazione per tutto il 2011. Adesso – aggiunge Fammoni – anche il governo si è dovuto piegare, dando parere positivo all’emendamento, perche’ sa bene che la norma sarebbe risultata incostituzionale e perché le decine di migliaia di ricorsi presentate nei 60 giorni avevano gia’ in gran parte vanificato la norma tagliola”. Per il segretario confederale Cgil, inoltre, ”non è il primo stop al collegato lavoro, gia’ sulla norma relativa al massimale di mensilità, in caso di vittoria nelle cause per i lavoratori temporanei, sia la giustizia del lavoro che la stessa Cassazione hanno gia’ rinviato la norma alla Corte dichiarandola incostituzionale. Una coerente mobilitazione dunque ottiene risultati importanti, in questo caso per i giovani e i precari. L’iniziativa dunque proseguirà con rinnovato vigore contro le altre norme sbagliate e incostituzionali del collegato (certificazione, arbitrato di equità, apprendistato a 15 anni) e per far conoscere a tutti i lavoratori precari – conclude Fammoni – i diritti che possono a questo punto ancora esercitare”.