Montezemolo: “Io in politica? In un’altra vita. Si parla di riforme come fossero saponette”

Pubblicato il 20 Aprile 2010 - 12:13 OLTRE 6 MESI FA

Luca Montezemolo ha annunciato oggi 20 aprile che lascerà la presidenza della Fiat.

Intanto, nella sera di ieri 19 aprile a Firenze Montezemolo aveva parlato di riforme negando un suo possibile esordio in politica: «Si parla di politica e di riforme come si vendessero saponette. Servirebbero grandi ideali, voglia di sfide vere» che attirano i giovani. «Alle prossime elezioni il partito che saprà intercettare il 47 per cento dei giovani che alle ultime regionali non ha votato potrebbe vincere» ha aggiunto.

Montezemolo ha ribadito cosa lui chiede, come imprenditore e come italiano, alla politica, ossia di mettere “al centro gli interessi del Paese”, davanti ad una delegazione di studenti, provenienti a Firenze da tutta Italia in rappresentanza di quel milione e settecentomila giovani delle superiori che partecipano all’Iniziativa “Il quotidiano in classe”, giunta alla decima edizione come ha ricordato il presidente dell’Osservatorio permanente Giovani-Editori, Andrea Ceccherini.

Rispondendo alle domande Montezemolo si è quindi soffermato su temi a lui cari, come il ripristino delle preferenze, «perché un elettore deve poter scegliere chi lo rappresenta e non essere costretto a votare nomi scelti dai partiti», ma anche alla necessità di una cultura diversa, come avviene in America, dove chi ha perso fa gli auguri al vincitore e i cittadini «non sono costretti a vedere tutte queste risse». Poi, meno burocrazia, più innovazione e un fisco più equo, ma anche il primato della “meritocrazia” sulla quale prima di tutto devono poter contare i giovani, «dalle elementari all’università, fino al mondo del lavoro».

Luca Cordero di Montezemolo ha parlato anche di una sua discesa in campo: «Io in politica? Se rinascerò, in un’altra vita», ha ribadito. E i motivi della sua scelta sono due, «nella vita ognuno deve cercare di fare il suo mestiere. Ho ricevuto pressioni importanti quando ero in Confindustria ma ci tenevo a finire il mio mandato – ha detto – né volevo che si pensasse che mi ero servito di Confindustria per fare carriera politica, come in passato qualche presidente ha fatto».

Poi l’ormai ex presidente di Fiat e di Ferrari, davanti a una platea di studenti ma anche di imprenditori fiorentini, ha ribadito che la politica si può fare anche in altri modi: «Io cerco di dare il mio contributo con la fondazione “Italia Futura”», ha ricordato sottolineando però che l’Italia, anche in questo, è uno “strano Paese”: «Se non fai niente come minimo sei un egoista. Se uno fa qualcosa – ha concluso – subito si dice e si pensa che vuole entrare in politica».