Monti, l’eccezione è finita. Il titolo più sperato e più temuto

Pubblicato il 9 Dicembre 2012 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Mario Monti (foto Ansa)

ROMA – Mario Monti ha tolto l’incomodo e lo ha fatto  facendo capire di non essere disposto “a farsi impallinare”. Soprattutto lo ha fatto a sorpresa, decidendolo mentre era in Francia, a Cannes, ma aspettando di essere di fronte a Giorgio Napolitano prima di ufficializzare le sue intenzioni.

La notizia delle dimissioni, ovviamente, fa il giro del mondo e in pochi minuti diventa un titolo di apertura in quasi tutti i giornali e i siti. Con accenti profondamente diversi. Perché se all’estero, al di là di titolazioni quasi puramente di cronaca, dominano sorpresa e preoccupazione, in Italia la notizia è accolta e commentata nei modi più disparati, dalla nuda cronaca ai “festeggiamenti”.

I giornali nazionali scelgono la cronaca pura, affidando agli editoriali dei direttori, il commento. Fa così il Corriere della Sera che titola: “Monti lascia, crisi aperta e voto a febbraio”. Segue una ricostruzione di Ferruccio De Bortoli con il virgolettato del premier: “Così non si poteva andare avanti”. Il commento vero e proprio è affidato al notista politico Massimo Franco che nel pezzo “chi paga il conto” parte proprio da quella che definisce la “mossa spericolata del Pdl”.

“Cronaca pura anche per Repubblica: “Monti a Napolitano, mi dimetto”. Qui il commento è del fondatore Eugenio Scalfari ed è un commento che individua delle responsabilità precise: “Un gesto che mette a nudo i ricatti di Berlusconi”.

La Stampa, invece, punta sullo “strappo di Monti” definito dal direttore Mario Calabresi “un gesto limpido”. Parole non lontane da quelle di Pier Luigi Bersani e Pierferdinando Casini.  Il Sole 24 Ore sceglie la cronaca: “Monti, lascio. Subito la legge di stabilità”. L’analisi è affidata  a Stefano Folli che nel commento “Il peso politico di un atto” definisce il passo indietro di Monti una “risposta a Silvio Berlusconi”.

Tutti altri toni, decisamente più festosi, quelli dei giornali vicini al Pdl. Il più netto è il Giornale: “Si dimette, finalmente”. Quindi spazio agli scenari futuri: “Vuole il Colle o vuole candidarsi”. Più sobria la scelta di Libero: “Monti si arrende”. 

Si “festeggia” anche a sinistra. Il titolo più efficace è quello del Manifesto che gioca con il pugilato e con sullo sfondo una grande foto di Monti titola: “Ko tecnico”. Gioca con le parole anche Pubblico che parla di “viale del Tramonti”.  Stranamente sobrio, invece, il Fatto Quotidiano che si limita a un “Monti: vado via”. Il commento di Marco Travaglio, però, ha un titolo emblematico: “L’editto di Milanello”.

Non mancano le analisi sui quotidiani stranieri. La titolazione è quasi sempre di cronaca. Il New York Times spiega che “Monti annuncia le dimissioni dopo aver perso il sostegno del partito di Berlusconi”. Scelta analoga per El Pais che apre sull’annuncio di dimissioni dopo il voltafaccia di Berlusconi. E’ proprio l’ex presidente del Consiglio, insieme alla legge di stabilità, il più utilizzato nei titoli. Le Figarò parla di un “Monti abbandonato da Berlusconi”, mentre il Washington Post punta sulla necessità di approvare la legge di bilancio.

Su una cosa almeno, però, ha ragione il presidente del Consiglio: quello che domina sui giornali stranieri sono lo stupore e la preoccupazione.