Napoli spa, la prima grana per Luigi De Magistris

Pubblicato il 10 Giugno 2011 - 17:11 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – La prima “grana” per il neo sindaco di Napoli Luigi De Magistris è quella delle Municipalizzate. Il Corriere della Sera, in un lungo pezzo firmato da Emanuele Imperiali, parla di un vero e proprio dossier il “Napoli spa”.

Si tratta di una serie di società partecipate, dall’acqua ai rifiuti passando per gas ed elettricità, che fanno gola a tutti, industriali privati per primi. Società che, scrive impietosamente Imperiali, a Napoli hanno una specificità “diciamolo subito negativa, che la contraddistingue rispetto alle altre grandi città italiane, del centro e del nord: qui le società partecipate dal Comune capaci di stare con le proprie gambe sul mercato, di generare reddito e, quindi, distribuire dividendi che il sindaco e l’assessore al Bilancio possano poi destinare a finalità di sviluppo e a progetti di investimento, sono una rarissima eccezione”.

“E non – spiega il Corriere – per una tara genetica o chissà per quale maledizione divina, ma perché finora nessuna di queste società è stata gestita con criteri privatistici, né tantomeno aveva la forza finanziaria per andare a chiedere soldi ai risparmiatori in Borsa”.

Nelle altre città, invece, società come Hera a Bologna e Acea a Roma sono, a detta di Imperiali, “galline dalle uova d’oro”.  La situazione, a Napoli, è però complessa visto che il Comune non controlla direttamente queste società.Alcune precisazioni, spiega il Corriere, sono d’obbligo “soprattutto se si confrontano questi dati con quelli delle società partecipate controllate dal Comune di Napoli che avrebbero accumulato un buco di bilancio pari a un miliardo e 320 milioni”.

Restano, però, alcune cosa da chiarire: “Primo, non c’è ancora un bilancio consolidato di tutte queste società. Secondo, l’assessore al Bilancio uscente Michele Saggese, ha reso noto che solo alcune società del Comune hanno chiuso il bilancio 2010 in passivo: l’Anm, le Terme di Agnano, la Mostra d’Oltremare, Elpis e Caan. Altre, come Arin, hanno chiuso il 2009, ultimo bilancio pubblicato, con un utile netto di oltre 2 milioni e 600mila euro, dopo aver effettuato vari accantonamenti. Terzo aspetto, l’analisi riguarda esclusivamente le società controllate dal Comune che ricorrono all’ente locale per ripianare annualmente i propri debiti di bilancio e non quelle che possono essere considerate partecipazioni strategiche in aziende le cui passività non incidono sui conti pubblici perché vengono coperte con i ricavi della stessa società”.