Napolitano, 7 giorni per la trascrizione. E dicono tour de force

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Ottobre 2014 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA
Napolitano, 7 giorni per la trascrizione. E dicono tour de force

Napolitano, 7 giorni per la trascrizione. E dicono tour de force

ROMA – Martedì scorso il presidente Giorgio Napolitano è stato ascoltato al Quirinale come testimone nel processo che si celebra a Palermo sulla presunta trattativa Stato-mafia. Solo lunedì prossimo la trascrizione del verbale di quell’udienza sarà pronta. Una settimana buona se va bene e costringendo i trascrittori al tour de force E’ intuitivo quanto sia importante sapere cosa abbia detto Napolitano in questa occasione, non capita tutti i giorni che un Capo dello Stato venga interrogato e sottoposto a esame e contro-esame processuale in una vicenda così delicata.

Fatto sta che prima di lunedì nulla se ne saprà: in udienza non sono stati ammessi media e giornalisti, il Quirinale non ha fornito la struttura per accoglierli. Il presidente della Repubblica aveva fatto esplicita richiesta a far presto. I giudici della Corte d’Assise fanno sapere che fosse stato per loro i giornalisti avrebbero potuto partecipare.

In ogni caso, complice il sabato festivo del primo novembre, la cooperativa “La socioculturale” che si occupa di trascrivere le udienze per la Corte d’Assise, non può anticipare i tempi. Come da contratto è obbligata a depositare le trascrizioni entro 5 giorni. Ma appunto sabato è il giorno dei morti e domenica è domenica.

In un sistema giudiziario superficiale, la bobina contenente la registrazione del suo verbo sarebbe stata trascritta la sera stessa. Da noi ha prevalso un’interpretazione più riflessiva. Mercoledì la bobina è volata a Palermo, ieri si è riposata per le fatiche del viaggio, oggi si acclimaterà e potrebbe persino cominciare a scorrere sul nastro per la trascrizione, se non fosse che incombe il ponte dei Morti e l’immane impresa verrà tentata solo la settimana prossima. Tema per le vacanze: tradurre le venti righe precedenti in tedesco. (Massimo Gramellini, La Stampa)