Napolitano: “Bugiardo chi parla di patti”. Berlusconi cerca lo scontro per diventare “diretto, immune e primo”

Pubblicato il 12 Ottobre 2009 - 15:01 OLTRE 6 MESI FA

Ecco fatto, una, due, tre volte di seguito Berlusconi ha tenuto a far pubblicamente sapere che Napolitano l’ha “fregato” nella vicenda del Lodo Alfano. Il Capo dello Stato avrebbe scritto a quattro mani il testo del Lodo con il governo, assicurando che poi la Corte Costituzionale avrebbe approvato. Lo ha detto il premier, un po’ alludendo, un po’ gridando. Lo ha scritto Feltri su “Il Giornale”. Risposta di Napolitano: bugia, chi lo dice e lo scrive è un bugiardo. “Il Giornale”, Feltri e soprattutto Berlusconi.

«È del tutto falsa l’affermazione si siano stipulati patti su leggi la cui iniziativa, com’è noto, spetta al governo e tanto meno sul superamento del vaglio di costituzionalità affidato alla Consulta». Così il testo ufficiale della Presidenza della Repubblica. Tradotto in italiano corrente: Berlusconi dice bugie.

Il premier si rimangerà per questo la sua ricostruzione dell’accaduto? Proprio no. Comunicando di essere stato “preso in giro”, Berlusconi non ha avuto un incontrollato scatto d’ira. Ha invece aperto una campagna politica che prevede, contempla e sconta lo scontro con Napolitano, anzi con la Presidenza della Repubblica così com’è secondo la Costituzione oggi vigente in Italia. Dalla storia dello scudo legale a suo favore bocciato dalla Corte, Berlusconi ha tratto una convinzione: il capo del governo deve diventare la prima “magistratura” italiana, questo vuol dire il suo «mi devono rispettare». E, per essere la prima magistratura, il capo del governo deve essere eletto direttamente. Cosa che nella Costituzione non c’è. Poi, oltre che “diretto” nell’elezione, deve essere “immune”. Immune rispetto alla magistratura ordinaria. Per lui e per tutti i parlamentari il Pdl prepara alle Camere la nuova-vecchia legge sull’immunità parlamentare. A suo tempo contro la non incriminabilità degli eletti, se non previa autorizzazione delle Camere, votarono An e la Lega. Ora leghisti e Pdl sono pronti a fare marcia indietro.

Diretto, immune e intangibile da altre magistrature oltre quella ordinaria, siano esse la Corte o la Presidenza della Repubblica. Così Berlusconi vuole il capo del governo. Subito, il prima possibile. Con leggi in Parlamento, con una campagna elettorale per le Regionali il cui risultato utilizzare come assenso del popolo e con un conflitto aspro con Napolitano. Non è furore, è strategia.