Napolitano a M5s: “Benvenuto, ma niente piazza e illusione Rete”

Pubblicato il 22 Aprile 2013 - 17:41 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Giorgio Napolitano dice al Movimento 5 stelle: “Benvenuto, ma niente piazza contrapposta al Parlamento e niente illusione della Rete. E i grillini, sia all’inizio del discorso che alla fine non applaudono

Il presidente della Repubblica rieletto nel suo discorso di insediamento dice: “Apprezzo l’impegno con cui” il Movimento 5 stelle, “largamente premiato dal corpo elettorale come nuovo attore politico-parlamentare ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l’influenza che gli spetta : quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento. Non può, d’altronde, reggere e dare frutti neppure una contrapposizione tra Rete e forme di organizzazione politica quali storicamente sono da ben più di un secolo e ovunque i partiti”.

“La Rete fornisce accessi preziosi alla politica – ha proseguito Napolitano – inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all’aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c’è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all’imperativo costituzionale del “metodo democratico”.

“Le forze rappresentate in Parlamento – dice Napolitano – senza alcuna eccezione, debbono comunque dare ora, nella fase cruciale che l’Italia e l’Europa attraversano, il loro apporto alle decisioni da prendere per il rinnovamento del paese. Senza temere di convergere su delle soluzioni, dal momento che di recente nelle due Camere non si è temuto di votare all’unanimità. Sentendo voi tutti – onorevoli deputati e senatori – di far parte dell’istituzione parlamentare non come esponenti di una fazione ma come depositari della volontà popolare. C’è da lavorare concretamente, con pazienza e spirito costruttivo, spendendo e acquisendo competenze, innanzitutto nelle Commissioni di Camera e Senato. Permettete che ve lo dica uno che entrò qui da deputato all’età di 28 anni e portò giorno per giorno la sua pietra allo sviluppo della vita politica democratica”.

Lavorare in Parlamento sui problemi scottanti del paese non è possibile se non nel confronto con un governo – incalza ancora Napolitano – come interlocutore essenziale sia della maggioranza sia dell’opposizione. A 56 giorni dalle elezioni del 24-25 febbraio – dopo che ci si è dovuti dedicare all’elezione del Capo dello Stato – si deve senza indugio procedere alla formazione dell’Esecutivo. Non corriamo dietro alle formule o alle definizioni di cui si chiacchiera. Al Presidente non tocca dare mandati, per la formazione del governo, che siano vincolati a qualsiasi prescrizione se non quella voluta dall’art. 94 della Costituzione : un governo che abbia la fiducia delle due Camere. Ad esso spetta darsi un programma, secondo le priorità e la prospettiva temporale che riterrà opportune”.