Droga party e calcio scommesse scuotono il Pd a Potenza
Gian Marco Chiocci per Il Giornale scrive di scommesse clandestine, partite truccate, cocaina e politica, cocaina e calcio, cocaina a Potenza. Avrebbe tutto a che fare con un’inchiesta che coinvolge il centrosinistra. Lo scandalo della calciopoli locale esploso a novembre dello scorso anno con l’arresto del presidente del Potenza calcio, Giuseppe Postiglione, accusato di vendersi le partite e di scommetterci sopra, oggi investirebbe il centrosinistra della Basilicata, la giunta regionale è guidata dal Pd Vito De Filippo.
Antonio Cossidente, temuto pentito della cosca locale collegata alla ’ndrangheta, dopo aver verbalizzato quel che sapeva sulla connection sportivo-criminale (dalla costruzione di un nuovo stadio alla gestione di salescommesse, dai 170mila euro “di provenienza illecita versati al presidente Postiglione al servizio d’ordine affidato al clan”) ha “sparato” sui politici e sui presunti rapporti con alcuni di loro che attualmente fanno parte o appoggiano, la giunta del governatore De Filippo. Accuse tutte da dimostrare ovviamente.
I nomi tirati fuori in aula dal super pentito Cossidente sono quelli del vicepresidente della giunta, Agatino Mancusi, coordinatore regionale dell’Udc, ma anche del consigliere regionale Luigi Scaglione, eletto nelle file di Popolari uniti che appoggiano l’amministrazione di centrosinistra e poi Roberto Galante, già consigliere comunale dell’Idv e candidato dei Popolari uniti. È invece un secondo pentito, Alessandro D’Amato, a fare il nome di Gaetano Fierro, ex assessore regionale all’Agricoltura ed ex sindaco di Potenza, candidato al Senato con l’Udeur, ora nell’Udc al coordinamento regionale. D’Amato si sofferma anche sulla confidenza ricevuta in cella dal coimputato Cossidente che gli avrebbe parlato di un ricatto da 100mila euro ai politici per tenere la bocca chiusa.
Vere bombe a orologeria quelle del collaborante Cossidente: “Negli anni dopo il 2002-2003 controllavo la sicurezza dello stadio Viviani di Potenza con la società Potenza Asc. Poi ebbi contatti con il consigliere regionale Luigi Scaglione sia in termini di politica che di amicizia, dopodiché, nell’ultimo periodo, parlammo della costituzione di una nuova società e della costruzione di un nuovo stadio con annessi locali commerciali”. Cossidente si sofferma a lungo su Scaglione: “L’ho conosciuto nel 2002, era inserito nel Cda del Potenza e in quel momento entrai a far parte della sicurezza per il tramite di Renato Martorano (esponente della ‘ndrangheta in Basilicata, ora in carcere). In quell’occasione conobbi Raffaele Marino, Vito Giuzio, Genni D’Onofrio e Agatino Mancusi. Dopo iniziai ad avere vari contatti. Lui era inviso dalla tifoseria e quindi cercò di avere tranquillità. Dato che ero sottoposto a una misura di sicurezza molto rigida avevo la necessità di dimostrare che facevo qualcosa. Scaglione si adoperò con Orazio Colangelo (nel 2008 eletto con una lista civica vicina al centrosinistra) per farmi avere la gestione del campo “Tre fontane” e avere una facciata pulita”.
Quando si passa al capitolo elezioni, le parole del “dichiarante” si spostano sull’ex Idv Roberto Galante: “Nel 2005 votammo sia lui (Scaglione) che Roberto Galante, alle regionali… comunque fu aiutato”. E sempre a proposito di Scaglione parla dell’assunzione di uno dei suoi uomini al Don Uva, un centro di riabilitazione: “Ha fatto da tramite per far sì che una persona a me vicina facesse lavori di giardinaggio, un pregiudicato a me vicino, tramite un altro politico all’interno della struttura”.
Poi la domanda del pm punta alla droga. Cossidente non si fa pregare: “In un’occasione il boss Aldo Fanizzi ( arrestato due giorni fa) mi disse di aver consegnato 5 o 10 grammi di cocaina a Scaglione”. Vero? Falso? Le persone tirate in ballo dal pentito respingono le rispettive accuse. “Non ho mai fumato neanche una sigaretta – sbotta Scaglione – figuriamoci la cocaina. Hanno intercettato il telefono, è tutto negli atti, è tutto chiaro e trasparente”. E sul favore chiesto per il figlio dal boss pentito? Scaglione non nega il contatto ma spiega d’aver chiesto a Cossidente il titolo di studio prima di liquidarlo così: “E fallo studiare che poi si vede”.
Nega anche Galante. Rapporti limpidi. “Gli inquirenti avranno modo di dimostrare che non c’entro niente.Cossidente lo conoscono tutti visto che i giornali ne hanno parlato tanto. Bisogna capire cosa si intende per conoscere. Il mio elettorato è fatto dalle persone che conosco, da amici. E allora quest’anno quando ho preso 838 voti chi mi ha appoggiato, la Sacra corona unita?”. Si difende energicamente anche il vicepresidente Agatino Mancusi sui contatti con l’ex boss: “Andavo al campo ma non ho mai avuto rapporti di gestione all’interno del Potenza Asc, solo ruoli marginali. Eravamo un gruppo di amici che portavano avanti questa esperienza, niente più. Conosco Cossidente perché veniva sempre lì, né più e né meno. Quando stai ai bordi di un campo e conosci delle persone, non è che sai tutto il resto”.