Pd processa Violante: “Mai proposto salvacondotto. B. ha diritto di difendersi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Settembre 2013 - 17:08 OLTRE 6 MESI FA
Pd processa Violante: "Mai proposto salvacondotto. B. ha diritto di difendersi"

Luciano Violante (Foto Lapresse)

TORINO – “Non ho mai proposto lodi o salvacondotti. Ho detto che Berlusconi ha il diritto di difendersi. E noi dobbiamo rispettare questo diritto”: si giustifica così Luciano Violante in un incontro organizzato nella sede del Pd a Torino. Incontro convocato proprio per dargli modo di esporre la sua tesi a una platea di parlamentari, esponenti politici locali e militanti del partito.

A processo davanti al Pd torinese, Violante, che aveva detto no al ricorso alla Consulta sulla retroattività della Legge Severino, ma proponeva l’ipotesi di un ricorso alla Corte Europea si è difeso così:

La forza di un partito sta nella sua capacità di ascoltare l’avversario e di garantire proprio a lui il diritto di difesa. Quel che ho proposto sulla possibilità di ricorrere alla Consulta lo ha sostenuto Casson nel 2009. Berlusconi quindi  ha il diritto di difendersi davanti alla Giunta del Senato come qualunque altro parlamentare, né più né meno. Occorre rispettare le regole anche per i nostri avversari. E’ molto facile applicare le regole solo per gli amici, è molto più complicato farlo per gli avversari. Non ho mai proposto un salvacondotto per Berlusconi. E non ho detto  che la Giunta abbia il dovere di sollevare la questione davanti alla Corte costituzionale, ma che lo debba fare se lo giudica opportuno”.

Quindi si è lamentato del clima creatosi intorno alle sue dichiarazioni: “Io non sono favorevole a trasformare Berlusconi in una vittima. La ricerca costante del nemico è segno di debolezza del partito. Non c’è spazio per chi si sforza di capire le ragioni dell’avversario. Il conflitto in atto richiede la costruzione di un nemico, anche di quello interno, il traditore”.

Violante ha spiegato per venti minuti il senso della sua posizione, non senza mugugni e storcimenti di nasi da parte dei presenti in sala. Una cinquantina di militanti e parlamentari hanno ascoltato l’ex presidente della Camera illustrare il suo punto di vita e sono intervenuti a loro volta, molti in disaccordo con lui.

Riprendendo la parola per replicare a chi si è detto contrario alla sua posizione ha precisato:”Nessuno ha detto che Berlusconi non deve decadere. Discutiamo però sul metodo”.

Nelle stesse ore giunge netta la posizione dell’ex presidente del Pd, Rosy Bindi che ribadisce la linea dura del partito. Afferma Bindi: “Non vedo via d’uscita per Berlusconi. Dovrebbe dimettersi. E poi forse il Capo dello Stato potrà analizzare meglio una richiesta di clemenza”. “È davvero in difficoltà per pensare di andare avanti così – ha aggiunto – in Giunta al Senato faremo tutti gli approfondimenti necessari ma non perderemo tempo. La Legge Severino è applicabile perché costituzionale e comunque è in arrivo la rimodulazione delle pene accessorie da parte della Corte d’Appello. E non dimentichiamo il processo Ruby e quello sulla compravendita dei senatori. Non vedo via d’uscita per lui”.

Inappellabile tanto quanto il giudizio espresso in precedenza dal segretario del Pd Guglielmo Epifani. “Non temiamo i suoi ricatti” aveva dichiarato alla festa di Reggio Emilia. E nessuna apertura “perché crediamo nel principio più semplice, ossia che siamo tutti uguali davanti alla legge. In nessun Paese al mondo una persona nelle sue condizioni non si sarebbe dimesso”.