Pd spaccato dopo Bersani. Cuperlo piace al dalemiano Latorre e Orfini

Pubblicato il 4 Maggio 2013 - 14:35| Aggiornato il 10 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il partito democratico dopo il terribile affondo dei 101 franchi tiratori, cerca disperatamente la via della resurrezione. Ma è scontro aperto per decidere chi sarà il successore di Bersani. C’è chi invoca un nome forte e chi una soluzione temporanea. Il favorito Renzi si chiama fuori: “A questo giro non mi candido“. Si sfilano pure Chiamparino e Zingaretti. E c’è chi, come  Nicola Latorre, dalemiano della prima ora, fa il nome di Gianni Cuperlo. Intervistato da Giovanna Casadio per il quotidiano la Repubblica, afferma: “Non voglio mettere il timbro su un nome. Però Gianni Cuperlo è una personalità di spessore intellettuale, morale e ha capacità politiche che lo mettono nelle condizioni di assolvere a questa funzione”.

Mentre gli ex margheritini, e tra loro i big Enrico Letta e Dario Franceschini, impegnati al governo e dunque attori a distanza della discussione interna al Pd, propendono per la nomina di un reggente, gli ex diessini per la nomina di un segretario vero e proprio.

Gianni Cuperlo, classe 1961, deputato triestino, a capo delle Federazione dei giovani comunisti italiani negli anni Ottanta, ex collaboratore di Massimo D’Alema poi bersaniano, sarebbe sostenuto pure per motivi generazionali, anche dai giovani turchi Matteo Orfini e Stefano Fassina. Domanda legittimamente Casadio a Latorre: “Ma allora D’Alema si riprende il partito?” Ma Latorre glissa: “Considero D’Alema il mio maestro, ma mi ha insegnato a pensare con la mia testa. Da tempo D’Alema ha detto che non c’erano dalemiani, a parte lui che è un dalemiano critico. Quindi questa è una categoria di comodo, che serve spesso solo per infilzarequalcuno”.

Intanto dalle colonne del Fatto Quotidiano, Matteo Orfini conferma: “Gianni Cuperlo andrebbe benissimo, non è più dalemiano”. Alla penna di Giampiero Calapà, Orfini confessa dice che la nuova sinistra che si va formando attorno a Stefano Rodotà “non ha nessuna attrattiva, non penso che né Pippo Civati né Sergio Cofferati pensino di lasciare il partito”. Ed è fiducioso che Stefano Fassina farà un ottimo lavoro al governo.