Più soldi a ricerca e istruzione, costruire una cultura del merito: la ricetta di Napolitano per la scuola

Pubblicato il 21 Settembre 2010 - 19:25 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

Priorità e più fondi alla ricerca e all’istruzione perché “il rigore” non può togliere i soldi e il sostegno alla scuola. E poi rifondare una cultura del merito, che premi chi è più bravo non chi ha più “amicizie”. Questo il monito lanciato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia di innaugurazione dell’anno scolastico nel cortile d’onore del Quirinale, davanti a 1600 studenti. ”Nel portare avanti l’impegno comune e categorico per la riduzione del debito pubblico – ha sottolineat il Capo dello Stato – bisogna riconoscere la priorità della ricerca e dell’istruzione nella ripartizione delle risorse pubbliche disponibili”.

Occorre ”riformare con giudizio, occorre sanare squilibri, disparità, disuguaglianze che – ha aggiunto – si presentano anche nell’Istruzione che dovrebbe servire proprio a colmare le disuguaglianze”. Inoltre ”occorre partire da diagnosi adeguate”. Una delle cose prioritarie da fare, secondo Napolitano, è ridare giusto peso al merito. “Dobbiamo costruire in tutti i campi una cultura ed una pratica sul merito – ha ricordato – Bisogna mettere in tutti i campi le persone in grado di meritare. Questo vale ovviamente anche per la scuola, per i suoi insegnanti e per i suoi studenti”.

Napolitano in questo senso ha chiesto di “elevare la qualità dell’insegnamento, di motivare gli insegnanti, richiedere che abbiano un’adeguata formazione, ma occorre anche offrire loro validi strumenti formativi e di riqualificazione e su tutto questo, ovviamente, è necessario investire. Nel passato – ha aggiunto – non lo si e’ fatto abbastanza e si sono prodotte situazioni pesanti. Occorre dunque qualificare e riqualificare coloro che aspirano ad una assunzione a tempo indeterminato”.

Poi, sempre, la scuola simbolo dell’Italia unita, fondamentale per Napolitano, soprattutto dopo le polemiche sulla scuola “padana” di Adro. ”Quest’anno – ha infatti detto – abbiamo voluto che la cerimonia di apertura dell’anno scolastico si svolgesse a Roma, al Quirinale, nel Palazzo Reale di Napoli e nella Reggia di Venaria, tre realta’ di quell’Italia unita in cui crediamo e di cui nel 2011 festeggeremo il centocinquantesimo anniversario. ”La scuola – ha aggiunto – deve rappresentare per tutti un luogo di incontro e di integrazione”. Occorre studiare, ha detto agli studenti, sapendo che ”non e’ sempre un divertimento e comporta fatica”. Alle famiglie ha rivolto l’invito a stabilire rapporti ”di fattiva collaborazione con gli insegnanti per evitare ritardi e lacune poi difficili da colmare”.

Giorgio Napolitano ha concluso il discorso per l’apertura dell’anno scolastico rivolgendosi agli studenti con una constatazione: ”Ho conosciuto molte persone che si sono pentite di non aver studiato abbastanza, nessuno che si sia pentito di aver studiato troppo. Quindi, ragazzi, non perdete l’opportunità che avete. Mi raccomando: quest’anno mettetecela tutta!”. L’istruzione, ha detto, negli ultimi decenni ha fatto in Italia ”notevoli passi avanti anche in termini di percentuale di diplomati e di laureati”. Siamo piu’ vicini alla media dei paesi sviluppati, stiamo ”correndo piu’ in fretta di altri, ma non abbiamo raggiunto i paesi piu’ avanzati”. Occorre colmare la distanza perche’ l’istruzione ”è una risorsa cruciale per affrontare una dura competizione globale”. Al governo e al Parlamento ha chiesto di avere uno sguardo lungimirante, di pensare al contesto mondiale in cui l’Italia e l’Europa dovranno muoversi nel futuro, nel quale ”sarà essenziale il livello di istruzione e formazione raggiunto”. ”C’e’ bisogno – ha concluso – di cambiamento sulle direttrici di massima degli interventi necessari come si è da tempo evidenziato: più qualità, rapporto più stretto tra istruzione e mondo del lavoro, maggiore spazio alle competenze necessarie nelle società contemporanee”.