Contro la riforma Gelmini, provveditorati occupati e funerali per le materie scomparse

Pubblicato il 3 Giugno 2010 - 15:34 OLTRE 6 MESI FA

Tutti contro la riforma Gelmini. A Milano insegnanti e genitori occupano il provveditorato, mentre a Roma per l’ultimo giorno di scuola si suonerà il Requiem di Mozart con tanto di campane a morto.

Partiamo dal capoluogo lombardo con gli insegnanti e i genitori delle scuole primarie milanesi, coordinati da ReteScuole, che hanno occupato simbolicamente l’Ufficio scolastico provinciale in via Ripamonti. In circa 20 (sostengono i promotori dell’iniziativa) hanno preso possesso degli uffici al primo piano dell’edificio e in particolare della sala riunione del provveditore provinciale Giuliana Pupazzoni, da dove hanno esposto gli striscioni ‘No ai tagli’.

La protesta di ReteScuole nasce proprio dal “rifiuto dei tagli che quest’anno colpiranno in maniera forte la scuola pubblica – spiega Paolo Limonta, insegnante che fa parte dell’associazione – minando alla radice, ad esempio, la possibilità del tempo pieno e di un tempo pieno di qualità”.

Al Fermi di Roma, invece, il Coordinamento docenti ha scelto l’ironia per protestare contro la riforma delle scuole superiori targata Gelmini. Un’ironia anche un po’ macabra visto che venerdì 11 giugno, ultimo giorno di scuola, all’Itis andrà in scena una cerimonia funebre con tanto di campane a morto, in ricordo delle discipline scomparse e di quelle gravemente mutilate, in conseguenza appunto della riforma.

Gli organizzatori della singolare protesta invitano a partecipare “tutti coloro che hanno a cuore il futuro della scuola pubblica”. Alle 11.00 il suono delle campane a morto darà dunque l’avvio alla commemorazione. E le note della Messa da Requiem di Mozart faranno da sottofondo alla cerimonia.

Il Coordinamento del Fermi auspica che anche altre scuole nella Capitale organizzino manifestazioni analoghe in modo che alle 11.00, in più punti della città, le campane suonino a morto per la scuola pubblica. E chissà se in Italia altre scuole daranno libero sfogo alla fantasia o riprenderanno vecchie forme di protesta per questa chiusura d’anno scolastico che si preannuncia turbolenta.