Ru486. Slitta il via libera definitivo: “Non è una retromarcia”. Si attende il Senato

Pubblicato il 1 Ottobre 2009 - 15:24 OLTRE 6 MESI FA

Il percorso della pillola abortiva verso gli ospedali procede a singhiozzi, ma non si ferma. Mercoledì l’Agenzia per il farmaco ha dato il sì alla commercializzazione, ora bisogna attendere l’ultimo passo per la “delibera”, ovvero l’ingresso definitivo e l’uso della Ru486 nei centri che operano l’interruzione volontaria di gravidanza con tanto di indicazioni su come procedere.

Nessun dietrofront in vista,  si tratta solo di uno slittamento del via libera definitivo: per l’approvazione si dovrà attendere l’indagine conoscitiva in corso al Senato. «Concludere non ci è sembrato opportuno nei confronti delle istituzioni. Non è una retromarcia, assolutamente no. La pillola ha ricevuto già il via libera secondo il meccanismo europeo del mutuo riconoscimento, è sicura ed efficace», ha precisato Sergio Pecorelli, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, che cerca così di mettere a tacere le polemiche riguardo alle conseguenze nocive della pillola.

L’ultimo atto verso l’alternativa farmacologica all’aborto chirurgico consisterà nella comunicazione delle modalità di vendita del prodotto. Il giorno tanto atteso, ma che arriverà – assicurano dall’Aifa- è il prossimo 19 ottobre, quando il direttore generale Guido Rasi approverà la cosiddetta “determina”.

Mercoledì il consiglio di amministrazione si è limitato ad approvare quanto stabilito il 30 luglio scorso, quando erano state indicate le modalità di somministrazione della Ru486: la polemica tra maggioranza e opposizione sui rischi sembra essere soltanto in stand-by. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, infatti, ha subito tenuto a precisare: «La questione è ancora tutta aperta e l’indagine offrirà elementi importanti per evitare la banalizzazione dell’aborto». I radicali esprimono qualche dubbio in merito: «Oggi avrebbero avuto il tempo per deliberare, con le garanzie previste dalla 194. Non comprendiamo la decisione di rinviare», ha detto il presidente Bruno Mellano.