Ministro Maria Chiara Carrozza: “Più soldi a scuola pubblica o lascio”

Pubblicato il 24 Maggio 2013 - 14:35 OLTRE 6 MESI FA
Scuola, il ministro Carrozza lancia ultimatum: "Più soldi a pubblica o lascio"

Il ministro per l’Istruzione, Maria Chiara Carrozza (Foto Lapresse)

ROMA –  “Più soldi alla scuola pubblica o lascio“, il ministro per l’Istruzione Maria Chiara Carrozza, mette subito le carte in tavola e lancia il suo ultimatum ai microfoni di Radio24: “O ci sono margini per un reinvestimento nella scuola pubblica oppure devo smettere di fare il ministro dell’Istruzione”.

“E’ necessario per il futuro del Paese, non ci sono altre strade disponibili”, ha detto. “Siamo in una situazione drammatica, dobbiamo mettere in sicurezza le nostre scuole, dobbiamo metterle in grado di proteggere i nostri bambini. Abbiamo bisogno prima di tutto di un investimento nell‘edilizia scolastica e poi abbiamo bisogno di più insegnanti”. Anzi, un esercito di insegnanti: “Credo che il futuro del nostro Paese si possa giocare con un esercito di nuovi insegnanti, che davvero ci permettano di migliorare la qualità del nostro servizio”.

La titolare della Pubblica Istruzione, che già venerdì  a Palermo, rispondendo alle domande degli studenti nell’aula bunker dell’Ucciardone, aveva indicato come priorità l’edilizia scolastica e la valorizzazione degli insegnanti, torna a battere il chiodo finché è caldo. Una necessità, prosegue Carrozza, imposta anche dai numeri. ”Sono rimasta colpita – ha spiegato – dal rapporto Istat che ci dice che siamo il Paese con la quota più alta in Europa di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non partecipano ad attività formative, questo per me è un dramma, che non mi fa dormire la notte. Dobbiamo lavorare su questo, altrimenti come facciamo a parlare di crescita”.

Il ministro si è quindi soffermata ancora una volta sulla questione dei finanziamenti alle paritarie, salita vistosamente alla ribalta dopo le polemiche degli ultimi giorni sul cosiddetto Referendum di Bologna sui fondi alle private dell’infanzia, previsto per domenica.

”Le scuole paritarie – ha detto – coprono una parte degli studenti italiani e offrono un servizio pubblico. Se togliessimo questi soldi metteremmo in grave difficoltà questi istituti e molti bambini non avrebbero accesso alla scuola. Sarebbe davvero un disastro. Tra l’altro – ha fatto notare – i 500 milioni circa di finanziamento alle scuole paritarie sono una parte dei 40 miliardi di spesa per la scuola pubblica. Sono una piccola parte, che però copre laddove il sistema delle scuole statali non riesce ad arrivare. Soprattutto sulla scuola dell’infanzia sulla quale siamo deboli e sulla quale dovremmo tornare a investire”.

Riferendosi specificatamente al referendum di Bologna, la titolare del dicastero di viale Trastevere, ha quindi ribadito la sua posizione, espressa anche in un post apparso sul suo profilo Facebook. “Sto dalla parte dello Stato, dei bambini e del servizio pubblico. Il dibattito è ampio e credo che i promotori del referendum avessero un obiettivo più a lungo termine, anche in relazione al fatto che la scuola pubblica è stata tagliata troppo. Il dibattito mette l’attenzione sulla scuola e quindi a me piace che se ne parli. Magari -ha concluso – poi dobbiamo anche pensare a chi deve riuscire a coprire il servizio”.