Sfiducia a Bondi prima del “giorno del giudizio”, ma Futuro e libertà non voterà

Pubblicato il 18 Novembre 2010 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA

Sandro Bondi

Prima del fatidico “giorno del giudizio”, il 14  dicembre, il governo Berlusconi dovrà passare dalla sfiducia al ministro Sandro Bondi presentata da Pd e Idv. E Futuro e libertà ha già promesso che non farà guerriglia, secondo quanto ha detto Italo Bocchino. Un problema in meno per il Pdl allora il prossimo 29 novembre, giorno programmato per il voto?

In pratica i finiani sembra non vogliano forzare la mano sulla sfiducia al ministro Bondi decisa dopo il crollo di Pompei: ”Decideremo nei prossimi giorni comunque noi non vogliamo cogliere l’occasione della mozione di sfiducia contro Bondi o della mozione per il ritiro delle deleghe del ministro Calderoli per scatenare una guerriglia. Noi abbiamo posto una questione seria, per cui ci interessa l’appuntamento del 13 e 14 non la guerriglia su una cosa minore”, ha spiegato il capogruppo di Fli Bocchino. ”Bisogna rendersi conto che quando si mette in discussione il governo, non e’ importante affrontare una questione come quella di Bondi che e’ veramente minimale”.

Se Fabio Granata si era pronto a votare contro “il peggior ministro di tutti i tempi”, Bocchino ha calmato le acque perché per lui sono “casi minimali” rispetto alla “questione seria del governo”. Quindi il Pdl può resistere fino al 14 dicembre e non tremare già il 29.