Rischio sfiducia e i tagli di Tremonti: ora Bondi pensa alle dimissioni

Pubblicato il 27 Dicembre 2010 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA

Il coordinatore Pdl e ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi ad alto rischio sfiducia potrebbe risponde alle mozioni di sfiducia partite da Fli, Pd e Idv con le dimissioni. La notizia la lascia trapelare il ministro stesso in queste ore.

Il pretesto sarebbe il mancato reintegro del Fondo per lo spettacolo. Tante promesse per riportare il Fus a 398 milioni di euro e infine l’ennesimo stop dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti: il budget resta a quota 258 milioni. Bondi confessa una “grande amarezza” e la volontà di farsi “da parte anche per rafforzare il governo” sottraendo così se stesso e l’esecutivo alla “campagna stampa denigratoria e immeritata” di questi mesi.

In privato arriva quindi la decisione, già comunicata, sembra, al presidente del Consiglio di dire “basta” alle denigrazioni per i crolli di Pompei, il taglio dei fondi, gli scandali per le assunzioni familiari e il caso di Michelle Bonev.

La scelta sarebbe dettata anche da ragioni di opportunità politica. La sfiducia individuale ha infatti alte probabilità di essere approvata alla Camera, considerati i numeri risicati della maggioranza. E il premier Berlusconi teme, a cavallo del pronunciamento della Consulta dell’11 sul legittimo impedimento, di subire una plateale sconfitta a Montecitorio. In secondo luogo – come spiega un dirigente Pdl in queste ore – la poltrona di un ministro comunque indebolito nell’immagine, spintosi fino a chiedere dal “Foglio” clemenza ai “cari compagni”, tornerebbe utile in vista del minirimpasto annunciato per gennaio per allargare la maggioranza.

Una somma di ragioni che potrebbe insomma indurre il Cavaliere stavolta ad accettare il forfait del più fedele dei collaboratori.