Camusso: “Lavori per i privati”. Fornero: “Parli come negli anni bui”

Pubblicato il 20 Dicembre 2011 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA

Elsa Fornero (Lapresse)

Dalla prima donna ministro del Welfare, Elsa Fornero, e dalla prima donna segretario della Cgil, Susanna Camusso, ci si aspettava forse maggiore solidarietà femminile. Invece, dopo un mese di governo Monti, una accusa l’altra di aggredire i lavoratori e l’altra le risponde tra le righe che sta fomentando un clima da anni di piombo.

Lo scambio di complimenti non è avvenuto in un faccia a faccia e neanche in un turbolento talk show. No. Si è sviluppato per interposto Corriere della Sera, che ha intervistato il 18 dicembre la Fornero e il giorno dopo la Camusso.

Il ministro del Lavoro dichiara che l’articolo 18 non è un totem intoccabile e, citando lo storico segretario della Cgil Luciano Lama, afferma: “Non voglio vincere contro mia figlia”, nel senso che non vuole che maggiori diritti conquistati dai padri si traducano in minori diritti per i figli.

Susanna Camusso (Lapresse)

Camusso le risponde: “Questa è una riforma per smontare il pilastro delle pensioni pubbliche. Quindi Fornero non tiri in ballo a sproposito Lama, perché lei ha fatto esattamente una riforma contro i suoi figli, anzi i suoi nipoti”.

Poi Camusso rincara la dose: “Oggi comunque tra i lavoratori e i pensionati che frequento io non c’è nessuno che trovi la riforma Fornero ragionevole. C’è una straordinaria sottovalutazione e una supponenza impressionante da parte del governo nel non capire le conseguenze di questa riforma, che rappresenta un intervento brutale sui prossimi 6-7 anni per tante persone che non potranno accedere alla pensione e non avranno un sussidio. C’è un livello di aggressione nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che, fatto da una donna, stupisce molto”.

E non finisce qui, perché l’attuale segretario Cgil si chiede “che senso ha tutto questo? Quello di regalare il sistema (pensionistico, ndr) alle assicurazioni?”. Il giornalista le fa notare la gravità dell’accusa e le domanda: “Sta dicendo che Fornero lavora per le assicurazioni private?”. Risposta: “Se guardo alla manovra, sì”.

Oltre a Camusso, ha “messo il carico” anche Raffaele Bonanni della Cisl: “Fornero? Lei che fa la maestrina…”.

Dichiarazioni pesanti di cui Fornero si mostra stupita: “Sono rimasta dispiaciuta e sorpresa per un linguaggio che pensavo appartenesse a un passato del quale non possiamo certo andare orgogliosi”, criticando una “personalizzazione dell’attacco che non fa merito a chi lo ha condotto”.

Non esattamente un colpo di fulmine quello fra le due donne, che hanno fatto una gavetta inversa per arrivare a trovarsi una di fronte all’altra. Elsa Fornero è partita da una famiglia operaia di un paesino vicino Torino, San Carlo Canavese, per arrivare ai vertici della banca Intesa San Paolo. Susanna Camusso, figlia di un direttore editoriale Mondadori e di una psicologa, studiava archeologia quando ha iniziato, nel 1975, a fare attività sindacale, anche se priva di un “pedigree” conquistato in fabbrica.