Trani, i magistrati contro Alfano: “Gli ispettori intralciano le indagini”

Pubblicato il 14 Marzo 2010 - 19:22 OLTRE 6 MESI FA

Augusto Minzolini e Silvio Berlusconi

L’Associazione nazionale dei magistrati (Anm) esprime perplessità sull’iniziativa del ministro della giustizia Angelino Alfano di inviare degli ispettori nella Procura di Trani. L’Anm, in questo modo, lancia l’allarme su una decisione che «rischia di determinare oggettivo intralcio al più sollecito e da tutti auspicato espletamento» dell’inchiesta nell’ambito della quale si è giunti a intercettare il premier Silvio Berlusconi.

È quanto si legge in una nota firmata dal presidente della sezione di Bari, Salvatore Casciaro, e dal segretario, Marco Guida. Arriveranno infatti lunedì a Trani gli ispettori inviati dal ministro Alfano, che ieri aveva denunciato «gravissime patologie» nello svolgimento dell’inchiesta.

Sempre domani il Guardasigilli sarà a Bari dove consegnerà al procuratore, Antonio Laudati, cinque autovetture sequestrate a un clan mafioso barese. «L’arrivo degli ispettori, anche per l’ampiezza del mandato loro affidato, mentre viene a interferire con la prosecuzione dell’attività investigativa svolta da un sostituto procuratore che pur gode di generale altissima stima, rischia infatti di determinare oggettivo intralcio al più sollecito e da tutti auspicato espletamento di quella delicata inchiesta».

Le dichiarazioni del sindacato dei magistrati arrivano poche ore dopo che lo stesso procuratore di Trani Carlo Maria Capristo, in un’intervista alla Repubblica, aveva affermato che «siamo a disposizione del Guardasigilli per tutti i chiarimenti che vorrà avere» e aveva assicurato anche che «non c’è nessuna frattura all’interno dell’ufficio del pubblico ministero. Piuttosto armonia. Anzi, coesione». Capristo aveva anche detto di non avere alcun timore sull’arrivo degli ispettori e di non essere intimidito dalle parole di Alfano.

Sulle intercettazioni dell’indagine di Trani relative a Berlusconi, il presidente del Consiglio ha anche ricevuto critiche dalla sua stessa maggioranza. «È il momento di moderare i toni, perché l’aria che tira non fa bene a nessuno». Questo è stato l’invito del leader della Lega Umberto Bossi. «Forse Berlusconi – dice Bossi – dovrebbe stare più attento, però non è che un presidente del Consiglio possa non parlare al telefono perché sa sempre di essere intercettato. Ma dove siamo?».