Affittopoli milanese, Pisapia: “E’ stata una leggerezza non chiarire sulla mia compagna”

Pubblicato il 21 Febbraio 2011 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – La compagna di Giuliano Pisapia, Cinzia Sasso, è stata coinvolta nello scandalo di Affittopoli a Milano, e il candidato sindaco del centrosinistra parla di “leggerezza”: ”Se leggerezza c’è stata, è stata di non aver chiarito velocemente alcune questioni, di non parlare prima pubblicamente di un fatto oggettivo, frutto di una vicenda precedente all’inizio del rapporto con la mia compagna”. E’ quanto afferma, in due interviste al Corriere della Sera e a Repubblica, lo stesso Pisapia.

”Non nego che ci sia un fatto oggettivo”, spiega Pisapia, ”ma non accetto che si getti fango sul mio affetto più caro per colpire me. Se qualcuno vuole delegittimarmi, in un momento in cui emerge in città la voglia di cambiamento, lo faccia senza strumentalizzare situazioni che non mi riguardano direttamente e mettendo in giro voci infondate”.

”Non si può addebitare a me il fatto che non ci sia stato un controllo nell’assegnazione delle case e nella gestione dei contratti. Io voglio cambiare l’attuale amministrazione anche per questo”, dice Pisapia. Tuttavia ”se voglio amministrare la città non posso avere la compagna che vive, per quanto in modo legittimo, nella casa di un ente che controllo”.

Per questo ”da tempo avevamo deciso di andare a vivere insieme e la nostra casa avrebbe dovuto essere pronta per novembre. Poi ci sono stati ritardi nei lavori e abbiamo cercato una soluzione alternativa: c’è già una casa in cui Cinzia si trasferirà con suo figlio entro due settimane”.

Su un eventuale ritiro dalla competizione elettorale, ”ho avuto un momento di riflessione, perché mai vorrei che questa storia si riversasse negativamente sulla coalizione”, racconta. ”Se qualcuno me lo chiedesse apertamente, non avrei problemi ad avere un confronto franco e finanche a fare un passo indietro. L’importante è che queste persone abbiano il coraggio e la lealtà di uscire allo scoperto. Vediamo di non farci del male da soli”.