Vendola: “Nessuna apertura a Bossi e Tremonti”

Pubblicato il 18 Giugno 2011 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Bossi e Tremonti? No, grazie. Nichi Vendola, alla vigilia del raduno leghista a Pontida e del voto mercoledì in Parlamento sulla fiducia al governo, chiude la strada a ipotesi di accordo del centrosinistra con la Lega e il ministro dell’Economia per un’ipotesi di dopo-Berlsuconi.

“Bossi e Tremonti sono due protagonisti fondamentali della scena del centrodestra”, dice il governatore della Puglia aprendo a Roma l’assemblea nazionale di Sinistra Ecologia Libertà (Sel). “Critichiamo Bossi e Berlusconi e salviamo Tremonti perché ci sembra la versione accettabile della destra?”, si chiede Vendola. “Io penso che il berlusconismo abbia in Tremonti un interprete fondamentale e critico il tremontismo che propone il totem del contenimento del debito pubblico in linea con una certa Europa che ha smesso di interrogarsi sulle ragioni della crisi”.

Vendola poi si è rivolto al Partito democratico: “E’ un errore pensare, come ha fatto il centrosinistra in tutti questi anni, che si vince solo guardando al centro. Si vince quando la politica viene percepita come strumento di cambiamento della vita. Il moderatismo è una formula astratta che significa niente. La sinistra deve smetterla di seguire la destra sul suo terreno. Dobbiamo rimettere in campo una sinistra moderna, rifondare il centrosinistra. Il Paese è devastato da 15 anni di berlusconismo e quell’idea di società sta perdendo”, ha detto Vendola, il quale ha invitato il Pd e Italia dei valori “a uscire fuori dal palazzo”.

“Il nuovo centrosinistra sia un cantiere aperto, con la consapevolezza che i partiti non esauriscono la politica, che la politica si fa nell’associazionismo, nel volontariato, nell’esercizio delle virtù civiche dei singoli”, ha concluso Vendola, che infine ha parlato delle primarie. “Non servono solo a scegliere il leader: dico a Bersani che siamo tutti impegnati a combattere il leaderismo. Il leaderismo si combatte allargando la platea degli attori che decidono, si combattono con la democrazia”.