Incontro Dalai Lama-Obama: la rabbia della Cina

Pubblicato il 19 Febbraio 2010 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA

I rapporti tra Usa e Cina sono a rischio per colpa di Barack Obama. Pechino ha reagito con rabbia all’incontro di venerdì tra il presidente statunitense e il Dalai Lama e dopo aver parlato di “insoddisfazione” e “violazione delle norme internazionali” chiede che sia Washington a fare il primo passo per riparare i i legami tra le due potenze, “seriamente danneggiati”.

È durato circa un’ora il colloquio tra il Dalai Lama e Barack Obama alla Casa Bianca. Una visita storica. Non si è parlato di politica, ma di «pace, valori umani e armonia religiosa» e l’amministrazione ha puntato sulla riservatezza e sul carattere «privato» dell’evento, che non si è tenuto nello Studio Ovale ma nella meno simbolica Map Room e si è chiuso senza la stretta di mano di rito di fronte ai fotografi.

Obama ha espresso «forte sostegno per la protezione della identità religiosa, culturale e linguistica del Tibet e per la protezione dei diritti umani per in tibetani in Cina» e ha incoraggiato Cina e Tibet «a impegnarsi in un dialogo diretto per risolvere le differenze». A sua volta il Dalai Lama ha espresso la sua ammirazione per gli Stati Uniti come «paladini della democrazia, della libertà e i valori umani». Obama e il Dalai Lama hanno però concordato sull’«importanza di un rapporto positivo e di cooperazione tra Stati Uniti e Cina».

Probabilmente per non urtare ulteriormente la sensibilità di Pechino, a cui Washington chiede sostegno per l’inasprimento della sanzioni nucleari all’Iran, il Dalai Lama non è stato accolto nello Studio Ovale dove solitamente Obama riceve i capi di Stato e di governo, a rimarcare che la visita ha avuto carattere più religioso che politico. Il colloquio si è dunque svolto nella Map Room, la sale delle Mappe, e non è stato aperto alla stampa e alle telecamere.