Le atomiche americane in Italia. Un numero ancora “top secret”

Pubblicato il 8 Aprile 2010 - 12:13 OLTRE 6 MESI FA

Le atomiche americane sono ancora presenti in Italia. Secondo uno studio di fonte americana datato 2005, il “Us Nuclear Weapons in Europe”, infatti,  nel nostro Paese sarebbero dispiegate novanta bombe d’aereo di tipo B-61 a caduta libera, con testata nucleare: cinquanta nella base americana di Aviano (in provincia di Pordenone) e le restanti a Ghedi, nel bresciano. Dati incompleti, comunque, poiché il loro numero reale è ancora un segreto.

Gli ultimi chiarimenti al Parlamento italiano in merito risalgono all’epoca in cui Arturo Parisi era ministro della Difesa. Parisi allora disse che non voleva “agire a discapito della riservatezza che è indispensabile mantenere in questa materia”.

Italia e Stati Uniti avrebbero firmato anche un accordo segreto per la difesa nucleare, lo “Stone Axe”, ascia di pietra, secondo il quale il governo italiano deve avallare l’uso delle atomiche americane in Italia, qualora gli Stati Uniti vogliano utilizzarle.

Nel settembre 1991, dopo il crollo del muro di Berlino, il presidente George Bush padre aveva annunciato il ritiro di tutte le testate nucleari montate su missili o su mezzi navali.

La storia delle prime atomiche statunitensi ospitate dall’Italia risale agli anni Cinquanta, quando queste vennero stivate ad Aviano, Ghedi, Vicenza, Rimini, Livorno, Longarone, Sigonella, Bagnoli e sull’isola della Maddalena, dove vennero mandati i sottomarini della Marina Usa.

In piena Guerra Fredda erano 7 mila le bombe atomiche americane in Europa, Italia compresa.

Oggi assistiamo alla fine di quell’epoca. Gli accordi internazionali Start I e Start II hanno cambiato il quadro degli armamenti nucleari mondiali, mentre si sono evoluti anche gli stessi missili: ora possono volare direttamente dall’America e portarli altrove non ha più senso, le bombe atomiche “strategiche” possono raggiungere ogni parte del mondo.

Da qui deriva il semi-smantellamento di molti siti nucleari. Quelli di Francia, Gran Bretagna e Grecia, ad esempio, che non hanno più le atomiche Usa, ma anche, da parte russa, quelli di Bielorussia, Kazakhstan e Ucraina. Una riduzione, quella delle armi americane in Europa che ha raggiunto oltre il 95 per cento rispetto alla Guerra Fredda.