Borse, banche: parte male la settimana di Obama

Pubblicato il 23 Febbraio 2009 - 17:38| Aggiornato il 2 Marzo 2009 OLTRE 6 MESI FA

Borse e banche danno un segno di vita, poi tornano a spegnersi. Non è un gran giorno il primo giorno della settimana di Obama. Fino a venerdì cinque giorni già decisivi o quasi per gli Usa e per il resto del mondo. Nella settimana appena trascorsa Wall Street ha perso il 6 per cento.

Dovesse continuare a questo ritmo, tra cinque giorni avrebbe consumato l’equivalente dei 738 miliardi che Washington destina come stimolo all’economia. Obama è pronto ad aggiungerne altri, ma deve convincere che il deficit pubblico americano, oggi al 10 per cento del Pil, tornerà alla lunga intorno al tre per cento. Fa quindi sapere che abbasserà le spese militari e aumenterà le tasse per i redditi sopra i 250mila dollari.

Nell’ultimo week-end i membri del G8 hanno dichiarato una guerra non solo di parole ad ogni forma di sregolatezza finanziaria, dai paradisi fiscali agli hedge funds compresi. Tutto ciò ha avuto il momentaneo effetto di un soffio d’aria fresca mentre si attraversa il deserto. Un soffio e nulla più: la crisi di fiducia continua, non si dissipa il sospetto su quanto valgano le banche, le banche non erogano credito, tutto si ferma. La settimana di Obama e di tutti noi comincia con l’affanno.